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Si mascherano di ‘normalità’, ma sono dei mostri: smascherata rete di pedofili su internet

Forse c’è qualcosa al mondo che non si può fare. Sì, qualcosa c’è: non si può dimenticare. Per quanto ci sforziamo di andare avanti, di lasciare che le ferite cicatrizzino col tempo, dimenticare è impossibile. E’ possibile che la nostra mente archivi, nasconda. A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di ‘obliare’ un fatto vissuto in maniera scioccante, tragica o particolarmente sofferente. Certo il periodo non lo dimenticheremo, pochi sono i casi in cui si dimentica tutto, completamente. In quel caso si può sconfinare nella follia, e ci vogliono anni prima che quella memoria venga riacquistata, a carissimo prezzo.
La sofferenza non ha un volto, non ha nome, ma tutti sanno cosa sia. È certamente relativa all’individuo – ne influiscono il contesto, il trascorso di vita, il carattere e il modo di percepire la realtà -, molti credono che sia solo questione di forza, o di fede. Talvolta, dopo un brutto accadimento si diventa più fragili, altre volte si auto-crea una corazza molto spessa tra l’individuo e il mondo, e più passa il tempo, più la corazza aumenta di spessore. Più sarà difficile riuscire a oltrepassarla. E poi ci sono traumi che non spariranno mai, se ne stanno lì marchiati a fuoco nella nostra testa e ci influenzeranno per tutta la nostra esistenza. Si possono curare, si possono superare. Ma non potranno mai sparire.
C’è un trauma che è tra i più assordanti del mondo, è lo stupro. Ancora più imponente e devastante è lo stupro su minori. I bambini posseggono gli occhi del cielo, riescono a vedere tutto e a incamerarlo senza filtri, senza una ragione. È per questo che sono i migliori esseri al mondo insieme agli animali e alle piante, forse sono l’ultimo pezzo di umanità ancora salvo.
Quando un bambino subisce una violenza porterà con sé un dolore che non si dissolverà mai. Nel momento in cui un adulto – meglio definirlo mostro – abusa di un bambino sta riponendo nelle sue tasche dei macigni pesanti e bollenti, che gli si attaccheranno addosso con il rischio di schiacciarlo, di bruciarlo. L’abuso è forse il maggiore peccato che un ‘essere umano’ – per dargli una definizione – può compiere nei confronti di un altro. La cosa peggiore è constatare che la maggior parte degli abusi sessuali, soprattutto sui minori, avvengono in famiglia. Zii, padri, nonni, fratelli, cugini: assassini di anime nelle vesti di parenti, si fa fatica a immaginare come possano continuare a vivere con il peso di aver commesso un tale abominio. Eppure, li vediamo ma non li scorgiamo, perché indossano la maschera della ‘normalità’, come se al mondo la ‘normalità’ fosse una cosa possibile.
Per fortuna, c’è chi scava tra le macerie di questi relitti umani, e lo scorso martedì un po’ di fetida verità è venuta alla luce. Un gruppo di pedofili attivo a livello internazionale è venuto a galla dal mare di Internet. L'indagine è stata denominata “Operation Daylight” ed è stata condotta da Europol – Ufficio Europeo di Polizia. Al termine delle indagini, sono stati arrestati in diversi Paesi europei decine di sospetti per la pornografia infantile. In un comunicato si legge: “Complessivamente sono state arrestate 75 persone tra cui 5 italiani. Europol aveva trasmesso informazioni su 611 casi sospetti alle autorità di sicurezza nei rispettivi Stati e solo in 207 casi sono stati indagati. L'azione denominata “Operation Daylight” – prosegue la nota – ha colpito tutti gli Stati membri dell'UE ad eccezione di Malta e della Repubblica Ceca, ha spiegato un portavoce. In Italia, sono stati arrestati cinque sospetti su 16 che sono stati controllati. Secondo la polizia italiana “l'operazione ha scoperto una vasta rete di pedofili”. Sono questi fenomeni sommersi ma diffusi piu' di quanto dicano i numeri ufficiali. Il vero allarme e' legato ai luoghi degli abusi, il 90% dei quali avviene in famiglia e in gran parte sono commessi da padri e nonni. Il 68% di chi subisce abusi sono femmine.”
Tutti li vedono ma nessuno li scorge. Si mascherano di ‘normalità’ e vanno a caccia di anime. Ma qualcuno, semmai riuscisse a intravedere un’ombra dietro quel sorriso da umano, deve avere il coraggio di parlare, di denunciare e di raccontare. Perché quei bambini, portatori di un’infanzia dimenticata, necessitano di una voce per urlare.

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