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Finisce #Rio2016, ma le #olimpiadi della vita non finiscono mai

Cuore, sfide e tanto lavoro hanno messo in campo tenacia e voglia di mettersi in gioco. “Giochi olimpici” li chiamano, ma probabilmente di gioco non hanno nulla. Sono sfide, dietro le quali c’è il lavoro di anni, mesi, giorni, attimi di vita consumati in allenamenti estenuanti, ostacoli, rinunce, sacrifici. Lacrime. Chiunque voglia arrivare all’olimpo degli atleti deve sudare. Letteralmente e non.
È finita in grande stile per l’Italia, l’olimpiade di Rio 2016. Otto medaglie d’oro, 12 d’argento, 8 di bronzo. Ventotto campioni che si sono guadagnati il podio con tenacia e duro lavoro. Per lo Stivale sono un esempio di determinazione e sana competizione, potrebbero essere metaforizzati in tutti quelli che, giorno dopo giorno, combattono la propria ‘gara’.
Ma le olimpiadi non fanno parte solo di un evento. I veri ‘giochi olimpici’ – se giochi si può chiamarli – ‘non finiscono mai’. Quelli della vita, si intende, perché tutta la vita è un’olimpiade. Certo per soli duri, e i veri campioni sono i comuni mortali che ‘senza macchia e senza paura’ affrontano i giganti di ogni giorno. Quanto bisogna allenarsi per poter vincere è un segreto al quale può arrivare solo chi si allena. Ma per poter almeno ‘mettersi in pista’ e ‘gareggiare’ quanto bisogna ‘sudare’?
In un mondo in cui tutto si compra e si vende è molto difficile dirlo. Si comprano i posti a sedere per lo spettacolo che ha sbarcato il lunario, si compra la possibilità di fare la fila al botteghino a distanza. Si compra l’annata di caccia per pochi ma buoni a ‘sborsare denaro’, si comprano i concorsi e i posti di lavoro. Si compra la popolarità, i titoli di studio, si vendono pubblicità tatuate in fronte in cambio del mutuo e – come vogliono farci credere – si compra perfino l’amore. Troppe sono le cose che si comprano e si vendono a questo mondo, forse sarebbe impossibile elencarle tutte. Ciò che resta in un solo, singolo pensiero è: mentre il mondo gira e l’uomo corre, sul podio sembra arrivarci sempre chi ‘possiede di più’. Più denaro e, arrivando all’oro del primo posto, il potere. Ma quell’uomo che corre, e che non ha denaro a sufficienza per mantenersi ai ‘giochi olimpici’, a un certo punto o sarà invincibile o dovrà abbandonare le olimpiadi. Potrà mai quell’uomo arrivare sul podio con le sue sole forze?

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