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Alfonso Sabella, a #RADIO24: “Italia in ritardo sul reato di tortura, vedo un rischio nel testo di legge al senato”

GENOVA- Pubblichiamo di seguito la dichiarazione, in merito all’introduzione del reato di tortura rilasciata a Radio 24 da Alfonso Sabella, ex assessore alla Legalità di Roma, all'epoca del G8 di Genova coordinatore dell’attività dell’amministrazione penitenziaria “Io credo che l’Italia sia in colpevole ritardo e spero che il reato di tortura venga introdotto al più presto nell’ordinamento. Avendo fatto il pubblico ministero riconosco le legittime preoccupazioni delle forze di polizia. Io vedo un rischio diverso nel testo di legge che c’è al Senato, poi sicuramente la magistratura darà l’interpretazione corretta, perché bisogna avere molta fiducia nella magistratura e nella sua capacità di adeguare sempre le leggi e interpretarle sul caso concreto. Per esempio la Diaz, nel testo che c’è al senato probabilmente potrebbe non essere ricompreso, perché il testo del Senato parla di persona affidata alla custodia o all’autorità, in quel caso non c’era nessuno affidato alla custodia e all’autorità, a meno che non dobbiamo dire che tutti i cittadini sono affidati al autorità e alle forze di polizia, ma il nostro è uno stato democratico e per fortuna non è così. Capisco le difficoltà e che sia complesso tirare fuori un provvedimento normativo che riesca a contemperare le opposte esigenze, che dia la tranquillità di operare alle forze di polizia da un lato e dall’altro che dia delle risposte agli obblighi internazionali, ma soprattutto umani, che ha l’Italia e per fare in modo che i fatti della caserma di Bolzaneto, non ricapitino. Io credo che l’Italia non possa più perder tempo, l’Italia non ha più nessun tipo di giustificazione”.

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