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Possibili nuovi sviluppi sul caso Abu Omar: i politici chiedono l'eliminazione del segreto di Stato dai documenti

Qualche ora fa è stato pubblicato un articolo del “Il Tempo” relativo al caso dell’Imam di Milano Abu Omar, sequestrato e trasferito in Egitto nel 2003. Nell’articolo in questione si fa riferimento ad alcune carte che ribalterebbero completamente quanto sostenuto fino ad ora sulle dinamiche della vicenda, compresa la responsabilità delle persone coinvolte.
I politici sembrano concordare sulla necessità di togliere il segreto di stato su alcuni documenti ancora riservati per avere un quadro più chiaro e completo della situazione.
 Di seguito alcune dichiarazioni dei politici in merito a quanto di nuovo parzialmente emerso sul caso Abu Omar :
Senatore Giovanni Mauro: “Di fronte alle novità, e soprattutto‎ alle contraddizioni, che l'inchiesta del Tempo ha fatto emergere oggi sulla vicenda di Abu Omar, e' evidente che il cambio di passo, più volte sollecitato, ora e' imprescindibile. Bisogna togliere il segreto di Stato da quei documenti, ancora inaccessibili, e che potrebbero contenere novità importanti tali da ribaltare il quadro attuale, fatto di condanne ingiuste nei confronti dei vertici dei nostri ex servizi segreti, come l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari. Condanne pesanti a cui si e' arrivati in modo improprio perché non si sono presi in considerazione tutti gli elementi e soprattutto perché non si sono mai volute chiarire le contraddizioni che ora si fanno sempre più palesi. Il vicedirettore Scarpis al pm ha riferito che non c'è mai‎ stata un'indagine interna a quella che ora si chiama Aise, mentre l'attuale direttore Manenti, all'epoca vice, parla di una valutazione dei riscontri. La nebulosita' non e' piu' accettabile perché condanne ingiuste sono sinonimo di uno Stato di diritto che latita”.
Onorevole Ignazio Abrignani (Ala):Riteniamo imprescindibile che si tolga il segreto di Stato sui documenti ancora riservati che riguardano la vicenda di Abu Omar alla luce dei nuovi elementi emersi oggi nell'inchiesta pubblicata dal Tempo. E' una condizione imprescindibile se si vuole arrivare davvero ad accertare la verità dei fatti e soprattutto le responsabilità, che ad oggi sono tutte ripiombate sugli ex vertici dei nostri servizi segreti, come l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari, in modo alquanto singolare dato che non sono appunto state esaminate tutte le carte che invece, anche a detta degli stessi imputati e condannati, proverebbero la loro innocenza. Ci sono poi una serie di contraddizioni che vanno chiarite come quelle che riguardano l'indagine interna al Sisme, ora Aise”.
Onorevole Gianni Sammarco (Ncd-Ap):Partendo dai nuovi elementi che emergono dall'inchiesta del Tempo sulla vicenda di Abu Omar appare oggi essenziale affrontare in modo completamente diverso una storia caratterizzata ancora da troppe ombre e da troppe contraddizioni. La realtà, ad oggi, registra condanne pesanti nei confronti degli ex vertici dei servizi segreti italiani, come l'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari: a queste condanne, tuttavia, si è arrivati in modo improprio dato che esistono documenti riservati, coperti dal segreto di Stato, che non sono stati mai presi in considerazione. Se lo stesso Pollari, in più di un'occasione, ha messo in evidenza che in quei documenti sono contenuti elementi che dimostrano la sua innocenza e quella di altre persone, come si può pensare di mantenere ancora il segreto di Stato?”
Onorevole Stefano Maullu (Fi):‎L'inchiesta del Tempo sulla vicenda di Abu Omar fa venire a galla tutte le contraddizioni che hanno accompagnato il percorso per arrivare all'accertamento delle responsabilità. Come avevamo avuto modo di dire già in passato questo percorso e' stato viziato da un'analisi parziale dei documenti a disposizione perché quelli cruciali sono coperti dal segreto di Stato, che occorre togliere il prima possibile. Seguendo questo percorso abbiamo condannato i vertici dei nostri ex servizi segreti, che in più di un'occasione hanno chiesto di togliere il segreto di Stato per far emergere le prove della loro innocenza. Oggi apprendiamo dalla stampa nuovi particolari e, soprattutto, nuove contraddizioni che hanno pesato come un macigno sulle condanne. Ad esempio – e ci aspettiamo un chiarimento – perché il vicedirettore Scarpis giura al pm che non c'è mai‎ stata un'indagine interna al Sismi, oggi Aise, mentre l'attuale direttore Manenti, all'epoca vice, parla solo di una valutazione dei riscontri?”.
Onorevole Daniela Santanchè (Fi):Leggendo l'inchiesta del Tempo e del suo direttore, Gian Marco Chiocci,
sulla vicenda di Abu Omar, è evidente che tutte le contraddizioni che abbiamo sempre messo in rilievo vengono ora confermate da atti e documenti che vanno nella direzione di smentire un coinvolgimento degli ex vertici dei
nostri servizi segreti, come l'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari. Lo diciamo da tempo e lo ribadiamo ora: bisogna togliere subito il segreto di Stato su questa vicenda per accertare quali sono le vere responsabilità. Fino ad ora abbiamo avuto solo capri espiatori e condanne basandosi su documenti parziali, non andando a visionare quelle carte, di cui parlano anche i nostri ex vertici dei servizi, che proverebbero la loro innocenza.
Oggi emergono tutte le contraddizioni di questa vicenda, a iniziare dal fatto che il vicedirettore Scarpis giura al pm che non c'è mai stata un'indagine interna al Sismi, oggi Aise, mentre l'attuale direttore Manenti,
all'epoca vice, parla solo di una valutazione dei riscontri. Occorre fare chiarezza su questa indagine interna perchè oramai è sempre più evidente che abbiamo condannato persone innocenti invece di scovare i veri responsabili”.

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