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Taranto- Ucciso dell’#amianto: ottenuto risarcimento di 350.000 EURO, #Contramianto chiede giustizia e dice basta

E’ stato riconosciuto vittima del dovere e dell’amianto, l’operaio morto per aver respirato per circa 30 anni polveri altamente cancerogene in officina e a bordo delle navi militari , dove lavorava come saldatore all’Arsenale MM di Taranto. A tre anni dall’azione giudiziaria contro il Ministero della Difesa, il Tribunale di Taranto con Sentenza dello scorso 28 giugno ha riconosciuto agli eredi dell’uomo un risarcimento di pari a trecentocinquantamila euro per danno biologico. Nella stessa sentenza il Giudice ha dichiarato valido il diritto di vittima del dovere per la morte di quell’operaio dell’Arsenale MM di Taranto, una sentenza apripista di riconoscimento di Vittima del Dovere per i dipendenti civili del Ministero Difesa a cui è stato ingiustamente negato il beneficio assistenziale.
Nel corso del processo i legali dei familiari hanno provato l’esistenza del danno alla salute , la mancata adozione di adeguate misure di sicurezza da parte del datore di lavoro , nonché il nesso casuale tra la malattia e la nocività dell’ambiente lavorativo determinata dall’inadempimento datoriale , mentre il Ministero della Difesa non ha dimostrato di aver adottato tutte le cautele necessarie a prevenire il danno.
Giustizia per le vittime dell’amianto è quanto chiede con forza Contramianto Ad oggi in Archivio Contramianto sono presenti 202 casi di dipendenti civili e militari del Ministero della Difesa affetti da patologie asbesto correlate, molte mortali la maggior parte sono operai Arsenale MM di Taranto. Tra le malattie tumorali sono presenti 58 casi di mesotelioma e 31 casi di cancro polmonare , molti i casi di cancro al rene e alla laringe, numerose anche le asbestosi , placche pleuriche e ispessimenti.

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