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Cicchitto ad Affaritaliani.it: “Governo di coalizione e legge elettorale non roulette russa stile “Il cacciatore”

“Ha ragione il presidente Casini su una serie di questioni: in primo luogo siccome il dibattito sul referendum non deve e non può essere una sorta di marcia trionfale dell'Aida fatta perdipiù a ritmi sincopati e accelerati, non ha alcun senso celebrarlo addirittura il 2 ottobre; in secondo luogo che se esso viene personalizzato esistono forti possibilità che esso venga perso, mentre invece va riacquisita la sua dimensione originaria di grande operazione innovativa; in terzo luogo il Presidente del Consiglio deve svolgere un duplice ruolo, quello dell'innovatore e quello del mediatore anche perché né lui né il PD hanno la maggioranza assoluta; in quarto luogo la legge dell'Italicum, come hanno messo in evidenza i recenti ballottaggi, rischia di assomigliare molto alla roulette russa una cui traduzione cinematografica è nel film “Il cacciatore”, per cui va invece recuperato il concetto di coalizione. Infine questo governo è auspicabile che duri con questa composizione anche dopo il referendum, ma ciò può avvenire se esso si autodefinisce chiaramente come un governo di coalizione fra il partito della sinistra riformista e un centro moderato e riformista distinto dal PD e distante dal centro-destra.

Il modello Milano non esiste a livello nazionale per la reciproca incompatibilità fra FdI, Lega Nord, una parte significativa di Forza Italia da un lato e i centristi che appoggiano il governo dall'altro. Piuttosto questi ultimi devono aggregarsi in un nuovo soggetto politico che abbia un presente e un futuro. Nel momento in cui Forza Italia è in una crisi profonda e comunque sceglie di fare coalizioni con i lepenisti e che Renzi a sua volta ha rinunciato a fare il partito della nazione esiste lo spazio politico e sociale per un soggetto politico di centro a condizione che esso svolga un'iniziativa politica non solo al governo ma anche nel Paese.
Ciò detto, il punto decisivo è costituito da una legge di stabilità che da un lato operi tagli profondi nella spesa pubblica e dall'altro riduca la pressione fiscale e realizzi investimenti pubblici e privati. Solo se riprende la crescita sarà possibile fare i conti in modo strutturale con la protesta messa in evidenza dal voto recente per le amministrative.”

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