Una volta, decenni fa, a scuola ci insegnavano una materia chiamata: “economia politica” dove principalmente si parlava di politica economica e del suo sviluppo negli anni caotici del dopoguerra dove il problema principale era la mancanza di una programmazione economica e prudenziale legato ad una frenetica attività nel creare nuove ricchezze.
Comunque l’Italia andava, ovvero si stava meglio quando si stava peggio.
Dopo il 94/95 ovvero dopo la fine della prima Repubblica, nelle scuole si insegnava veramente economia del paese legata alle innumerevoli parentesi politiche che si succedevano e che si servivano delle banche ( o le banche di loro) senza guardare alle crisi economiche o peggio senza fare nulla non tanto per scongiurarle ma per lo meno, mitigarle. Dopo la disfatta della politica della prima Repubblica,, le banche pensarono bene di cambiare fonte di reddito, ovvero: da quelle derivate dagli interessi sui prestiti alle aziende a quelle derivate quasi esclusivamente da speculazioni finanziarie togliendo quindi alle imprese italiane quel supporto essenziale per crescere e continuare a produrre ricchezze, preferendo le operazioni alla LEHMAN BROTHERS, COMPLIMENTI .
Le imprese vanno male, non ci possiamo fidare, dicono. E allora da geniacci quali sono le banche si comportano come colui che leva ossigeno ad un centometrista che sta correndo una gara; voglio vedere se riesce a vincere o peggio ancora se riesce ad arrivare al traguardo. Però ai pochi intimi, legati ai politici, ovvero agli amici forniscono ossigeno più le riserve. Evidentemente qualche cosa nell’insieme non funziona più ma il peggio è che si fa finta di non accorgersene alla fine permettendo a qualcuno di intercettare il malcontento degli italiani, che , pur di cambiare per cercare di sopravvivere si tappano il naso, creano il partito degli “Scontenti”, e qui il…patatrac.
Meditate Governo e Banca d’Italia, i cittadini non sono scemi ma stanchi sì.

R.P.