Il passato è una ferita che non si rimargina. Il futuro è un salto nel vuoto. Una casa, quello il principale obiettivo. Eppure, la priorità che si avverte in situazioni di estremo disagio è quella che con un tetto in testa e una calda famiglia intorno si da per scontato: sentirsi al sicuro. I 23 siriani arrivati ad Aprilia da una settimana sono stati accolti da un agriturismo locale. “Ora siamo al sicuro”, dicono spesso. Sono sbarcati da un volo Alitalia, tutto merito del progetto dei corridoi umanitari promosso dal governo italiano e finanziato dalla Federazione delle chiese evangeliche, dalla Tavola valdese e dalla comunità di Sant’Egidio. 23 su 1000 che nei prossimi due anni arriveranno da Marocco, Etiopia e Siria. Qui si può guardare le natìe terra da lontano, e con esse il passato, atroce. Qui i bambini possono provare a sentirsi bambini, giocando al pallone, mentre gli adulti possono sentirsi “grandi”, formandosi e cercando un lavoro. Qui dare una mano nell'agriturismo è un gesto di riconoscenza verso chi ha accolto senza alcun pregiudizio.