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IL CASO REGENI. Svolta nelle indagini: spunta un super testimone. Renzi: “l'amicizia con l'Egitto è possibile solo con la verità”

IL CAIRO – Spunta un super testimone nel caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato, ucciso e fatto ritrovare dentro un fosso sulla strada che dalla capitale egiziana conduce ad Alessandria. Gli investigatori italiani, che sono nella città da qualche settimana proprio per portare alla luce la verità, hanno sentito un testimone che lo ha visto ” essere prelevato” da agenti in borghese alla fermata della metro, a pochi minuti dalla casa in cui Giulio viveva. Inoltre il testimone ha fornito dettagli precisi ed una ricostruzione della vicenda che mette in fila gli elementi e dà loro un senso. Si aspetta la conferma di questa testimonianza che, se dovesse arrivare, rappresenterebbe una svolta non da poco nelle indagini e dissolverebbe la cortina di fumo che le autorità egiziane, fin dalla scomparsa del ragazzo, non hanno contribuito a dissipare. Infatti subito dopo il ritrovamente del corpo, le autorità egiziane prima hanno sostenuto l'ipotesi irreale di un incidente stradale e poi, aggiustando il tiro, hanno tentato di far passare l'omicidio, che invece si configura sempre più come “un omicidio politico”, per un atto di criminalità comune. Colpisce ancora di più che questa ultima versione sia stata rilasciata ai media dal capo della squadra investigativa incaricata di trovare gli assassini del ricercatore ossia Khaled Shalaby, il poliziotto condannato nel 2003 per aver interrogato una persona con torture tali da portarla alla morte. Ancora di più lascia perplessi l'atteggiamento del governo egiziano teso a negare le connotazione politiche dell'omicidio, dopo le notizie di questi giorni su probabili pedinamenti, intercettazioni e perquisizioni a carico di Giulio Regeni in vita. L'amico Gennaro Gervasio, ascoltato dalla Procura di Roma, ha riferito che quella sera del 25 gennaio lui e Giulio avrebbero dovuto incontrare insieme un personaggio significativo della lotta al regime di Al Sisi, il professore Hassamein Kashek, ritenuta la mente della dissidenza al governo egiziano e tenuto in grande considerazione negli ambienti di avversione al capo del governo egiziano. Inoltre gli stessi investigatori romani hanno sentito tre ricercatori della stessa università americana dove Giulio stava svolgendo le ricerche sui sindacati indipendenti, osteggiati dal governo, e precisamente quelli legati agli ambulanti capaci di grandi mobilitazione di persone. Sono stati proprio loro a riferire che Giulio aveva preso parte lo scorso 11 dicembre ad una riunione di tali sindacati, ambiente in cui era molto stimato, nel corso della quale era stato notato e fotografato. Dopo tale episodio il ragazzo era rimasto scosso ma poi con il passare dei giorni si era tranquillizzato. Gli inquirenti hanno ascoltato anche il tassista egiziano che, secondo la versione del governo, aveva ritrovato il corpo dopo essere rimasto in panne con il proprio veicolo, in una zona molto vicina alle prigione riservata ai dissidenti politici. La tasca interforze italiana ovviamente non perde di vista il significato del 25 gennaio in cui ricorre l'anniversario della Rivoluzione del 2011, un giorno osteggiato dal governo di Al Sisi in cui vige il coprifuoco con una legge apposita che vieta ogni tipo di manifestazione ed anche, se si è nelle vicinanze della piazza in cui Giulio e l'amico Gennaro avrebbero dovuto incontrarsi, di riunirsi e parlare in più di tre persone. Una giornata in cui è normale assistere a fermi, arresti e rastrellamenti, quindi adatta se si ha intenzione di sequestrare qualcuno, come Giulio ad esempio. Intanto il feretro è giunto a Fiumicillo, paese natale di Giulio. La cerimonia funebre sarà pubblica per chiunque voglia salutare un'ultima volta il giovane ricercatore. Il piccolo paese oggi accoglierà tutto il mondo, accoglierà gli amici di Giulio, un ragazzo cosmopolita innamorato della giustizia sociale e della difesa dei diritti umani. Intanto il premier Renzi oggi ha dichiarato, alla luce degli ultimi fatti, che “l'amicizia con L'Egitto è possibile solo con la verità”.

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