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Sanremo 2016: un Elton John di tutto relax

Lo ammetto: mi sono sintonizzata su RaiUno solo quando è arrivato Elton John.
In un momento così caldo, con il ddl Cirinnà che divide la politica e la società, in un momento in cui le bocche si aprono vomitando beatificazioni o condanne alle fiamme eterne dell'Inferno, ero stupita che il Festival ospitasse una rockstar così controversa, così, lasciatemelo dire, aliena dall'atmosfera infiocchettata e bon-ton (con qualche incursione nel trash) dell'evento musicale italiano per eccellenza. 
Ma i tempi cambiano, e così Sanremo. Forse. Più no che sì. Sir Elton non ha fatto tremare le poltrone dei benpensanti, nessun conservatore ha urlato alla decadenza dei costumi.
Perchè? Perchè Elton John non ha detto nulla di sconveniente o vagamente rivoluzionario. Ha cantato alcuni dei suoi successi più indimenticabili (certo, la voce non è più quella di una volta ma tanto di cappello, mio caro… C'è qualche ventenne che pagherebbe per essere te).
Dopo i convenenvoli di rito, ha parlato dell'importanza della beneficenza; solo un breve accenno alle gioie della paternità, come avrebbe potuto farlo una qualsiasi guest star internazionale. Può essere che Elton John dia così per scontata la sua condizione di marito e papà omosex da non comprendere che qui, in Italia, questa sua condizione non è così scontata. 
Avranno tirato un sospiro di sollievo i vari Salvini, Giovanardi e tutta la pletora delle sentinelle in piedi.
Il Family Sanremo's Day è trascorso senza incidenti, le coronarie di alcuni si sono salvate; forse solo un improvviso ma subito rietrato, principio di squilibrio psicofisico alla vista del nastro arcobaleno annodato sul microfono di Arisa, Noemi ed Enrico Ruggeri ma via, un po' di colore vivacizza.

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