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Firenze Oggi – Matteo Renzi in Tribunale per le sue “pazze” spese: processo spostato a Genova?

«Occorre allontanare il processo dalla sede il cui carisma e potere del Renzi si esercitano da anni». Non si ferma la battaglia legale di Alessandro Maiorano. Il «grande accusatore» del premier ha un nuovo colpo in canna. Querelato il 30 agosto 2013 da Matteo Renzi, il dipendente del Comune di Firenze è ora imputato per diffamazione a mezzo stampa davanti al Tribunale del capoluogo toscano. Ebbene, secondo Maiorano, assistito dal professore Carlo Taormina, ci sono prove evidenti «dell'esistenza di una «legittima suspicione» per incapacità degli organi dell'accusa e della giurisdizione di determinarsi liberamente rispetto alle decisioni da assumere». Per questo il 54enne ha già preparato un'istanza di remissione che nei prossimi giorni presenterà alle sezioni penali della Cassazione per chiedere il trasferimento del processo dal Tribunale di Firenze a quello di Genova. In attesa della pronucia dei giudici della Suprema Corte, potrebbe essere rinviata ad altra data l'udienza fissata per il 25 gennaio, nella quale è prevista anche la presenza dello stesso presidente del Consiglio, che si è costituito parte civile nel procedimento.
Tutto parte della accuse mosse da Maiorano sulla stampa nei confronti di Renzi, accusato di «aver dilapidato», quando era a capo della Provincia di Firenze, 20 milioni di euro dei contribuenti, poi riquantificati in 31 milioni. Tali accuse sono state formalizzate in una denuncia presentata dal «grande accusatore» di Renzi alla procura di Firenze il primo agosto 2014. Il fascicolo aperto sulla base di quella denuncia, rimasto sempre senza indagati, è stato archiviato lo scorso luglio. Covinto che ci siano state delle lacune nelle indagini, dovute a un'inerzia dei pm fiorentini, Maiorano ha depositato ieri alla procura di Genova una denuncia nei confronti del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, del pm titolare del fascicolo, Luca Turco, e del gip che ha archiviato il procedimento, Alessandro Moneti.
Tornando al processo che lo vede imputato per diffamazione, il dipendente comunale sostiene che ci siano una serie di «anomalie» che lo inducono a chiedere di essere giudicato da un Tribunale diverso da quello di Firenze. La prima consisterebbe nel fatto che il giudice monocratico, nell'udienza del 13 novembre scorso, ha ammesso come parte civile Matteo Renzi nonostante la richiesta fosse tardiva. «Questo – si legge nell'istanza che verrà presentata alla Cassazione – è il primo campanello d'allarme di una sudditanza del magistrato rispetto alla posizione del Renzi quale persona offesa speciale, perché già presidente della Provincia di Firenze, già sindaco di Firenze, divenuto presidente del Consiglio dei ministri». Al pm che sostiene l'accusa di diffamazione, Maiorano contesta di aver «escogitato un meccanismo per eliminare la contestazione dell'aggravante del fatto determinante per chiedere di vietare ogni produzione probatoria difensiva, sapendo che si sarebbe tradotto in una pericolosa accusa contro Renzi». L'avvocato Taormina, infatti, aveva già preparato una lista testi, in cui era presente lo stesso Renzi, il suo storico capo di Gabinetto alla Provincia e al Comune Giovanni Palumbo, i suoi storici collaboratori Marco Carrai, Luca Lotti e Maria Elena Boschi, l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, e tanti altri. Ebbene, il giudice, «tagliando tutte le prove testimoniali e documentali richieste dal mio difensore – conclude Maiorano nell'istanza – non mi ha dato alcuna possibilità di dimostrare se Renzi abbia o meno fatto peculato dei soldi delle tasse dei cittadini». – fonte il Tempo.

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