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Per le donne e contro la violenza

Repubblica Dominicana – 25 novembre 1960. Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre sorelle dominicane, vennero fermate durante un viaggio in macchina, fatte scendere, uccise a bastonate poi rimesse nella stesso veicolo con cui venne simulato un incidente. Per il dittatore Rafael Leonidas Trujillo le donne erano delle rivoluzionarie fuori legge, in quanto in prima linea nella lotta a difesa dei diritti delle donne dominicane. Questo giorno in cui si commemorano le vittime di questo brutale omicidio è stato scelto dall'Onu, con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, per celebrare la Giornata Internazionale della Non Violenza nei Confronti della Donna. L'origine della violenza contro le donne può essere individuata nella disuguglianza dei rapporti tra uomo e donna, concetto a cui fa riferimento la stessa dichiarazione dell'Assemblea Generale dell'Onu che parla della violenza come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”. Nel mondo, secondo i dati Onu, il 35% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner o da un'altra persona, due terzi delle vittime degli omicidi che avvengono tra le pareti domestiche sono donne, nel mondo solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e solo 125 sulle molestie a sfondo sessuale. Inoltre in ambito lavorativo le donne vengono ancora discriminate rispetto agli uomini e guadagnano molto meno. In Italia, secondo il rapporto l'Istat del giugno 2015, circa sei milioni e settecentomila donne, dai 15 ai 70 anni, hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Negli ultimi cinque anni sono diminute le
violenze fisiche o sessuali ma sono aumentati i casi di minori che vi assistono. Nel nostro Paese le leggi ci sono e sono state rafforzate dal Decreto Legge 93 del 2013 sulla violenza di genere, convertito nella Legge 119 del 15 ottobre 2013. Il problema è culturale, serve una rivoluzione nei modelli di educazione, le donne hanno maggiore consapevolezza ma molto spesso la violenza non emerge resta sommersa, non denunciata per diversi fattori che sono educativi, culturali, legati spesso ad un sentimento di vergogna o di immagine pubblica. La scuola è certamente l'istituzione fondamentale per introdurre concetti base e modelli di relazioni di non discriminazione tra i sessi, nel rispetto ovviamente delle differenze di genere. Infatti con la Legge n° 107 del luglio 2015 è stata introdotta la previsione dell'educazione alla parità dei sessi nelle scuole di ogni ordine e grado. Ci sono stati molti passi avanti in materia giuridica circa la tutela al femminile, restano le carenze di fondi spesso denunciate dai centri antiviolenza sparsi sul territorio nazionale. La buona notizia è l'arrivo di un avviso pubblico per destinare sette milioni di euro allo sviluppo della rete di sostegno alle vittime tramite il potenziamento dei servizi territoriali e dei centri antiviolenza, come ha comunicato Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio in materia di pari opportunità. Laura Boldrini, Presidente della Camera, intervendo oggi al convegno “La ripresa è donna” in memoria di Valeria Solesin, ha evidenziato l'importanza del lavoro come antidoto perché permette alle donne di avere un ruolo sociale, di essere libere da condizionamenti economici che spesso impediscono di sottrarsi a situazioni violente. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Matarella, è intervenuto al riguardo sottolineando come il compito di ogni società che si proponga di tutelare i diritti fondamentali delle persone debba passare necessariamente per la lotta contro la violenza sulle donne. Iniziative sono state svolte in diverse città e in numerosi comuni italiani. A tal proposito anche l'appello di Piero Fassino, presidente nazionale dell'ANCI: “Difendere la dignità delle donne contro ogni forma di violenza è una priorità assoluta per ogni comunità che voglia dirsi civile. Ed è compito delle istituzioni, ad ogni livello, promuovere tutte le iniziative necessarie. L’Anci e i Comuni italiani – in coerenza con le azioni condotte in questi anni – ribadiscono il loro impegno nel contrasto alla violenza sulle donne e nella promozione di iniziative e percorsi di tutela della dignità femminile. Per questo, confermando il nostro impegno per l’affermazione dei diritti delle donne, facciamo appello a tutte le istituzioni, al mondo produttivo, al mondo della comunicazione, agli ordini professionali, alle associazioni sindacali, professionali e di cittadinanza, affinché tutte e tutti possano operare per eliminare la violenza contro le donne e per limitare le terribili conseguenze umane, sociali ed economiche che colpiscono le donne e i minori che subiscono e assistono a questi drammatici eventi di discriminazione e mortificazione”. Giunge in queste ore e proprio in questo giorno la notizia dell'ennesimo femminicidio da parte di un uomo di Perugia che ha ucciso a fucilate la moglie e dopo è andato a costituirsi. La strada è ancora lunga, purtroppo.

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