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Aldo Moro non fu ucciso dalle BR

Misteri d'Italia, è la dicitura che comprende tutti quei tristi fatti che si rifanno agli “anni di piombo”, dei quali fa parte a pieno titolo la vicenda di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, sequestrato e quindi ucciso dai suoi carcerieri che, secondo Giacomo Cavalcanti, non sarebbero stati esponenti delle Brigate Rosse.
Cavalcanti scrive questa sua versione nel nuovo libro “Anche gli angeli mentono”, uscito nele librerie in questi giorni, con la prefazione di Samuele Ciambriello. Nel libro vi è la ricostruzione di diverse vicende di cronaca, fra cui anche quella relativa a Enzo Tortora, vittima dell'omonimia con un antiquario romano, e dei tentativi della fazione vicina al boss Raffaele Cutolo per coprire il commerciante implicato nei loro traffici illeciti. Nell'ambiente della “mala” l'antiquario era soprannominato “Portobello”, nome della ben nota trasmissione condotta dal presentatore.
Giacomo Cavalcanti ha scontato 14 anni di carcere e, una volta libero, è stato nuovamente arrestato nel 2010 e condannato ad altri 24 anni dopo un processo in primo grado. In carcere per dieci mesi, è stato poi assolto in appello e quindi in Cassazione e ora vive con la propria famiglia in un paese dell'Italia settentrionale e si dedica alla scrittura.
Le vicende di Cavalcanti nella criminalità sono iniziate con un delitto: uccise un uomo che aveva violentato la fidanzata, quando frequentava l'Istituto di Belle Arti. La sua storia si unisce quindi a quella di numerose personalità che in quesgli anni sono passate nelle celle del carcere di Poggioreale. Qui i racconti sono stati molti, fra angoscia, paura, tensione. Ed ecco che nel nuovo libro, sarebbe contenuta una scottante verità: se non sono state le Brigate Rosse ad uccidere lo statista della DC, allora chi è stato? Non rimane che immergersi nella lettura del libro “Anche gli angeli mentono”… 

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