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Le pin-up della ''Muller'' sono un inno al sessismo: ritirati i prodotti

Una bionda in topless su quello alla banana, una bruna sinuosa su quello alla nocciola e una ragazza dalla carnagione scura che, ammiccante, copre le nudità su quello al cioccolato.
Pubblicità sessista e razzista per alcuni e omaggio alle pin-up degli anni 50 per i pubblicitari della Muller, ideatori della campagna che ha piazzato i disegni provocanti sulle confezioni del latte aromatizzato.
#ichkaufdasnicht (non sto comprando) è l'hashtag che ha canalizzato sui social network l'indignazione dei possibili acquirenti che, intanto, sembrano cascati nel tranello dello spot: bene o male, l'importante è che se ne parli.
''Provocare è diventato lo sport preferito dei pubblicitari'' commenta Giovanni D'Agata, il presidente dello''Sportello dei Diritti'', l'associazione che segnala allo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) le campagne che non ''rispettano la dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni''.
L'azienda bavarese ha puntato tutto sulla classica dicotomia seduttrice-casalinga che macchia l'immagine della donna, riducendola ad un concentrato di passività, subordinazione e provocante disponibilità, finendo per ottenere un brutto danno d'immagine, infatti il prodotto è rimasto sugli scaffali dei negozi solo per pochi giorni.

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