Tra il 2001 e il 2013 l'uso della marijuana negli Usa è raddoppiato. Le colpe? Aumento di casi di abuso e dipendenza della sostanza. A confermarlo uno studio pubblicato online sulla rivista Jama Psychiatry e condotto dalla dalla Dottoressa Deborah Hasin epidemiologa del dipartimento di psichiatria della Columbia University di New York, sui dati del National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions, riguardanti il consumo della sostanza da parte di 43mila adulti intervistati nel 2001-2002 e di altri 36mila nel 2012-2013. L'analisi ha rivelato che i consumatori sono passati dal 4,1% del 2001 al 9,5% nel 2013. L'aumento è dovuto da nuovi consumatori come le donne, individui afro-americani e ispanici, soggetti a basso reddito, residenti negli Stati del Sud di mezza età e addirittura anziani. Non solo cresce il numero dei consumatori, ma crescono le diagnosi di abuso e di dipendenza, che passano dal 1,2% al 2,9%. Cresce il numero di consumatori e aumentano anche gli Stati dove viene legalizzata o tollerata, creando un vero e proprio “turismo da sballo”, regalando nuove oppurtunità all'economie locali. Infatti lo Stato del Colorado, grazie alla liberalizzazione avrebbe incassato nell'arco di un anno più di 60 milioni di dollari in tasse, dai rivenditori di marijuana per uso ricreativo. Gli abitanti ringraziano: quattro milioni sono andati per rifare l'asfalto delle strade di Denver, dove i cannabis shop ormai spopolano. Strada spianata per la marijuana anche negli Stati dell'Oregon, Alaska, Florida e nello Stato della Capitale Washignton DC. In California che è permessa solo per uso terapeutico, i dispensatori di marijuana hanno superato per numero i caffè della catena Starbucks, tanto che sarà legalizzata nel 2016. Le stranezze a stelle e strisce non finiscono. Infatti è nato un turismo con spa, beauty centre completamente dedicato alla cannabis: oli massaggianti, creme, profumi. Il tutto aromatizzati dalle foglie di marijuana.