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Ora tocca ai giovani! Ma c'è spazio per loro?

Se si considerano i dati Istat relativi all'occupazione giovanile del secondo trimestre del 2015, il rischio di cadere nello sconforto per le sorti dei giovani del nostro Paese è molto elevato: il tasso di disoccupazione giovanile, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), ha raggiunto un nuovo record, salendo al 44,2%.
Percentuale che fa tremare, soprattutto i diretti interessati.
Una recente indagine dell'Eurostat ha messo in luce che in Italia i giovani tra i 24 e i 35 anni che vivono ancora a casa con i genitori si collocano fra il 30% e il 50%; in Inghilterra, Germania e Francia la media si aggira intorno al 10% e 15%.
Di fronte a questi dati la domanda che sorge spontanea è come fare a cambiare una situazione che si trascina avanti da anni? Come fare, se a quattro mesi dall’entrata in vigore del Jobs Act e a dispetto dei toni trionfalistici del premier Matteo Renzi che a maggio festeggiava perché “la macchina è finalmente ripartita”, la situazione del mercato del lavoro in Italia resta ancora così preoccupante?
Forse lo Stato dovrebbe cominciare a riconsiderare il problema dei giovani in maniera concreta, focalizzando i punti su cui attivarsi per aiutarli a trovare un lavoro in cui possano realizzarsi.
Ad esempio, si potrebbero riformare in modo serio e concreto i centri per l’impiego e riconsiderare le Partite Iva, al giorno d'oggi una soluzione comune tra i giovani per avviarsi nel mondo del lavoro, ma gravate da trattenute fiscali e prive di incentivi.
Per spronare le aziende ad aprire le porte del lavoro ai giovani, il Jobs Act ha introdotto il “contratto a tutele crescenti” che prevede che per datori di lavoro, che assumono seguendo la nuova normativa, venga concesso l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per tre anni. Questo, però, non è stato sufficiente ad incrementare le assunzioni giovanili.
La speranza è che lo Stato vari un piano programmatico immediato d'intervento, che venga realizzato con l'urgenza che merita.
Ai giovani auguro di non stancarsi mai di lottare per il proprio futuro, di non entrare nel circolo vizioso del “non provo più a cercare, perché tanto non c'è lavoro”. La dedizione, il sacrificio e la forza di volontà premiano sempre. Non datela vinta a chi vi definisce “bamboccioni”!

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