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Atac, dopo le dimissioni lo sciopero: a Roma trasporti nel caos

ROMA – L'addio del direttore generale dell'Atac, Francesco Micheli, di mercoledì scorso ha generato un clima di polemiche e tensioni culminate nei gravissimi disagi odierni ai mezzi pubblici della capitale. Il sindaco Marino e l'assessore ai Trasporti Stefano Esposito si erano incontrati in Campidoglio per parlare della presunta mancanza di strategie per l'Atac e per varie interferenze nella gestione dell'azienda. L'ad Danilo Broggi ha seguito a ruota il suo direttore presentando anch'egli le dimissioni, ma restando in carica fino all'approvazione del bilancio. La decapitazione ai vertici è quindi doppia. Il polverone sollevatosi è giunto fino ai palazzi del Governo: una conferenza stampa dal titolo “Dossier Atac – quello che non vi dicono” si è tenuta ieri presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. “E' inutile girarci intorno – ha dichiarato il consigliere capitolino Roberto Cantiani – la crisi di Atac ha toccato un nuovo punto. Le dimissioni di ieri ne sono una chiara prova. Oggi abbiamo voluto accendere i riflettori sulla situazione economica e produttiva di Atac, lasciando da parte le polemiche inutili”. E tale situazione è tutt'altro che positiva. Mancano infatti all'appello 140 milioni di euro in bilancio, 30 milioni di chilometri persi nei primi mesi nell'anno e il 50% dei mezzi circolanti. La “debacle” prosegue dal 2013 quando il bilancio era negativo di 219 milioni di euro, che sommati a quelli mancanti nel 2014 portano il conto totale a 360 milioni di buco. “Non vogliamo puntare il dito – ha continuato Cantiani – sarebbe fin troppo facile. La nostra responsabilità ci porta ad avanzare proposte vere, a tutela innanzitutto della città. E' fondamentale che ci siano trasferimenti chiari da parte del Governo, un nuovo piano industriale basato sul rilancio del servizio e non su tagli lineari, un nuovo modello di esercizio che riporti l'utenza ad utilizzare nuovamente il TPL, un programma di revamping (ristrutturazione) della flotta esistente”. Gli ha fatto eco il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Vincenzo Garofalo: “Diventa fondamentale lavorare per rilanciare l'azienda, individuare un partner forte e lavorare affinché le diverse anime istituzionali che lavorano al comparto dei trasporti capitolini lavorino al meglio per garantire un servizio efficiente e performante alla città”. Il deputato NCD e coordinatore di Roma Gianni Sammarco ha poi esortato a un cambiamento urgente in vista del Giubileo: “A breve il Giubileo straordinario porterà in città milioni di persone: non c'è tempo per gridare al tanto peggio tanto meglio, ma solo lo spazio per agire davvero e invertire una tendenza che, dati alla mano, certificano l'involuzione di Atac in questi mesi”. Intanto, il clima di tensione ha investito anche i sindacati. Oggi lo sciopero dell'Unione dei Sindacati di Base ha fatto chiudere le linee A e B della metro, che hanno effettuato l'ultima corsa alle 8.30 di stamattina. Da quell'ora il traffico nella capitale è in tilt, gli autobus in tutta la città sono stati presi d'assalto, e i turisti spaesati hanno dovuto assistere alle varie e giustificate proteste dei cittadini. La situazione è la stessa che si ripete ad ogni sciopero dei trasporti, con centinaia di persone in attesa alle fermate dei pochi mezzi di superficie circolanti. La tensione si è peraltro aggravata con i due cortei di studenti e movimenti per la casa. Il venerdì nero romano è ancora lungo, e la tempesta nell'Atac non è destinata a placarsi in tempi brevi.

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