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“Teoria” Gender- Panico per la “teoria” che non esiste

Si grida “Attenti al lupo” e invece, la belva che si vede, è solo l’ombra di un gattino. Continuano le polemiche e gli attacchi sulla fantomatica “teoria gender” che dovrebbe essere contenuta nella riforma La Buona Scuola.
In realtà nessuna teoria di genere esiste, perché nessuno l’ha mai teorizzata.
La totale confusione causata dalla disinformazione, ha creato una serie di manifesti riassunti nella frase “Giù LE MANI DAI BAMBINI”.
Secondo gli oppositori dell’inesistente teoria gender all’interno delle scuole si terranno corsi di “masturbazione precoce” da 0 a 4 anni, un non meglio specificato “abuso” tra i 6 e i 9, “pornografia” dopo i 15.
Nulla di tutto questo è presente nella legge La Buona scuola, (leggi il testo completo).
Occorre mettere ordine all’interno del caos.
Dunque la teoria gender non esiste, la definizione di teoria parla di una formulazione logicamente coerente di un insieme di definizioni, principî e leggi generali che consente di descrivere e spiegare aspetti della realtà naturale e sociale.
Esistono invece gli studi di genere, che rappresentano un approccio multidisciplinare e interdisciplinare allo studio dei significati socio-culturali della sessualità e dell'identità di genere.
In sostanza si analizzano come nel tempo, nella storia e nella cultura siano state costruite le identità femminili e maschili. Mostrano come le norme che reggono l’ordine sessuale sono state storicamente create e sono ben lontani dal negare le differenze corporee o sostenere che ciascuno possa scegliere o inventare la propria identità e il proprio orientamento sessuale. Quindi, tradizionalmente gli individui vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche. Nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere costituiscono un tutt'uno. Gli studi di genere propongono invece una suddivisione: il sesso costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binarismo maschio / femmina; il genere (gender) rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo / donna.
Il genere sarebbe un carattere appreso e non innato, in soldoni maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa.
Altra distinzione va fatta sull’identità di genere e orientamento sessuale. La prima è il sentirsi uomo o donna, al di là di quello che dice la biologia. L’orientamento sessuale è invece l’attrazione che proviamo verso un’altra persona di qualunque sesso sia.
La Buona Scuola parla di un”educazione alle differenze” e non di gender.
I progetti previsti in Italia hanno come obiettivo principale semplicemente supplire alle carenze strutturali della scuola nella costruzione delle identità di genere, promuovere lo sviluppo della libera espressione della personalità nel rispetto del prossimo e delle differenze individuali, la parità tra donna e uomo, la pluralità dei modelli familiari e dei ruoli sessuali, il contrasto al sessismo nella lingua e nella cultura, la lotta all’omofobia, al bullismo e a ogni forma di violenza sulle donne.
Tutto ciò è contenuto nel punto 16 della legge La Buona Scuola, “16. Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori”.

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