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Carige Assicurazioni multata per un milione di euro

Genova – La motivazione sanzionatoria dell'Antitrast ai danni della Carige Assicurazioni e' una sola, la scorrettezza ed il metodo aggressivo per il recupero dei crediti.
L'indebitato, infatti, per effetto della pressione delle società di recupero credito, corre alla ricerca disperata dei soldi, indebitandosi ulteriormente, accedendo anche al prestito clandestino, anche erogato da parte di usurai ed , infine, sommerso dai debiti e dalla incessanti richieste, puo’ anche suicidarsi.
Tanto e' accaduto ad un risparmiatore genovese che si e' visto prosciugato di ogni risparmio, consigliato dalla stessa Banca Carige, iniziato nella filiale di Via XII Ottobre per poi preseguire con altre filiali, e dove il Direttore propose, o meglio convinse il risparmiatore ad investimenti con ottimi guadagni: l'inizio di un calvario che lo portato al tracollo psichico ed economico.
Ricevere pressioni costanti per pagare i debiti significa inasprire il dolore,  incrementare la sofferenza di chi già soffre, nonché perseguitare chi non ce la fa a trovare il modo per risalire la china.
L’Autorità ha deciso una multa da un milione di euro per “pratiche commerciali scorrette, in quanto aggressive”: sono quelle che, a giudizio dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, la società ha messo in atto per recuperare propri crediti.
Il procedimento attuato ha riguardato il comportamento seguito da Carige Assicurazioni che “ha inoltrato, a diversi consumatori, al fine di recuperare crediti, atti di citazione in giudizio senza il rispetto del foro competente, senza iscrivere a ruolo la causa”.
La condotta sanzionata “si è manifestata attraverso l’inoltro, in modo sistematico, di atti di citazione presso la sede di un unico giudice di pace, diversa da quella territorialmente competente per i consumatori che risiedono in altre giurisdizioni – spiega l’Antitrust – Questi atti di citazione, inoltre, indicavano una data fittizia della prima udienza, senza che la causa fosse stata iscritta a ruolo.
Nello specifico, risulta che a migliaia di consumatori sono state inviate citazioni, indipendentemente dalla rispettiva residenza, presso il giudice di Milano”.
Si tratta di un comportamento diretto a condizionare i consumatori attraverso una sorta di pressione psicologica.
Secondo l’Autorità infatti questa condotta “non era volta a esercitare un legittimo diritto di recupero del credito in sede giudiziale, ma a determinare nel consumatore medio un indebito condizionamento: e ciò ingenerando il convincimento che fosse preferibile provvedere al pagamento dell’importo richiesto piuttosto che esporsi a un contenzioso giudiziario.
Gli atti di citazione inoltrati presso una sede diversa da quella territorialmente competente sono considerati idonei, infatti, a esercitare sui destinatari una pressione psicologica drastica, ed in taluni casi con epiloghi drammatici.

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