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Sant'Angelo in Vado – Catturati gli assassini del giovane 17enne scomparso, hanno confessato

Sant'Angelo in Vado – 22 Luglio 2015 – Del giovane studente Ismaele Lulli, 17enne dell'Istituto Alberghiero di Piobbico si erano perse le tracce Domenica pomeriggio, dopo uno strano sms inviato ai familiari:”cambio vita, vado a Milano, non mi cercate.” Immediate le ricerche proprio a causa di questo sms, e poi la drammatica svolta; il ritrovamento del corpo senza vita del giovane, parzialmente decapitato. Ora si ha la conferma che a inviare lo strano messaggio siano stati i suoi assassini, con l'intento di ritardare le ricerche. Ad ucciderlo sono stati due suoi “amici”, che gli tesero una trappola quella Domenica fatidica: il ragazzo incontrò i due, Igli Meta e Marjo Mema alla fermata degli autobus e accettò il loro invito di andare a fare un bagno al fiume. – E' salito di sua spontanea volontà sull'auto – hanno detto i carabinieri, durante una conferenza stampa a pesaro. E assassini e vittima si sono diretti così a San Martino in Selva Nera, luogo dell'omicidio. Ismaele è stato legato con del nastro adesivo da pacchi e colpito alla gola con un coltello, con tale ferocia da essere stato quasi decapitato, e il movente sarebbe la gelosia. Gelosia, in una età in cui non si sà ancora nulla della vita e dei suoi problemi. Gelosia di di uno dei due assassini, per la frequentazione della sua fidanzata con la vittima. Hanno iniziato a parlare questa mattina i due albanesi, di 19 e 20 anni, accusati dell'omicidio. Due mele marce, dato che le loro famiglie non sono assolutamente coinvolte e non hanno aiutato i figli, tutt'altro. Irreprensibili, grandi lavoratori e inseriti, contrariamente ai loro figli però, che molti hanno descritto come poco interessati e con una predilezione al non fare nulla, uno non ha finito gli studi, l'altro li ha completati ma non lavora. Il clima a Sant'Angelo in Vado è teso: quando i due ragazzi sono stati condotti dalla caserma al carcere, una folla adirata si era raccolta intorno al mezzo che li trasportava, iniziando a prenderla a calci e pugni: tutti conoscevano Ismaele, un bravo ragazzo. Un caso che fa e darà per molto su cui riflettere per molto tempo, su come stanno crescendo e pensando le nostre future generazioni.

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