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Asti – Sette minuti per uccidere e fuggire nel nulla

Continuano le indagini per risalire all'identità dell'assassino della tabaccaia di Asti, Maria Luisa Fassi, 54 anni, uccisa a coltellate, spirata all'ospedale sebbene i medici abbiano fatto di tutto per salvarle la vita.
Le indagini hanno ortato gli inquirenti a disegnare un profilo prisolocgico che corrisponderebbe a uno psicopatico, probabilmente un senza tetto, forse in cerca di soldi e probabilmente appartenente alla criminalità locale, probabilmente nel mondo del piccolo spaccio di droga. Al momento sono solo ipotesi, che però non contribuiscono alla soluzione del mistero, perché tale è considerato il delitto di Asti, a cominciare dal movente, che forse è la rapina. E da sottolineare il “forse”.
Nessuno a visto o sentito nulla, tutto si sarebbe svolto in meno di dieci minuti e in una via molto trafficata della città, eppure nessuno ha visto l'assassino fuggire. Ed è strano che, se di rapina si tratta, nella tabaccheria siano rimasti 4.500 euro in contanti; è oscuro (per adesso) il percorso di fuga dell’aggressore. E poi perché tanta ferocia? Che cosa l’ha scatenata? Forse la reazione della donna, che ha cercato di difendersi? Mentre sembra un punto fermo dell’inchiesta l’ora dell’omicidio, fra le 7.32-33 e le 7.40. La tabaccaia ha aperto alle sette e mezzo, come sempre. Poco dopo è entrata una persona a comprare il giornale. Se solo quella persona fosse arrivata un paio di minuti più tardi avrebbe incrociato l’assassino ma dalla sua testimonianza non emerge niente che possa dare una svolta o una direzione precisa alle indagini. Né entrando né uscendo ha notato qualcosa o qualcuno che lo abbia insospettito.
Gli uomini del colonnello dei carabinieri Fabio Federici stanno cercando di risalire all’identità di quel ragazzo e forse seguendo quella pista ieri hanno eseguito perquisizioni e interrogatori. Una giornata concitata, quella di ieri.

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