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USA – I piloti militari: “Non siamo autorizzati a colpire l'Isis”

L'aviazione americana è in piena crisi e forti polemiche sono attualmente in atto a causa della denuncia di alcuni piloti militari che lamentano gli impedimenti della diplomazia e della burocrazia, in base ai quali non sarebbe stata concessa l'autorizzazione a compiere missioni aeree per contrastare l'avanzata dello Stato Islamico in Medio Oriente. In sostanza: inspiegabili impedimenti burocratico-politici favorirebbero i miliziano nel far predere le proprie tracce quando vengono individuati. Un pilota di F18, che per ragioni di sicurezza mantiene l'anominato, ha concesso un'intervista a Fox New nella quale ha rivelato: “Ci sono stati momenti in cui avevo gruppi dell’Isis nel mirino ma non avevo l’autorizzazione a colpire. Il tempo che intercorre tra la richiesta di autorizzazione e il via libera èenorme ed inaccettabile. Per ricevere l’autorizzazione ad attaccare un obiettivo Isis, sono necessari anche 60 minuti.
I militari denunciano quindi le difficoltà delle regole d'ingaggio, un secondo colpo per l'amministrazione Omaba dopo le accuse rivolte dal primo ministro iracheno Haider al Habadi, chge ha fortemente richiesto un cambio di strategia a Washington in quanto l'impegno americano così come si sta svolgendo, pare sia assolutamente inefficace. 
Per quanto riguardai piloti, le procedure che sono state stabilite per permettere ai caccia americani di bombardare i terroristi sono eccessive e controproducenti. Un ex ufficiale che ha condotto le precedenti campagne in Iraq ha dichiarato: “Il processo per autorizzare a colpire è troppo lento e porta a sperperare minuti preziosi che permettono ai nemici di fuggire”.
David Deptula, ex comandante del Combined Air Operations Center in Afghanistan, ha rincarato la dose: “Le procedure non tengono conto del nuovo contesto operativo, sono fin troppo tortuose e alla fine tale asset non fa altro che fornire un vantaggio al nostro nemico”.

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