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Federica Mogherini ed i contatti con gli emissari libici

Tunisi ( Tunisia ) Giovedì 30 Aprile, a Tunisi, si sono avuti gli incontri fra Federica Mogherini, alto rappresentante della comunità europea incaricata per gli affari esteri, ed una delegazione Libica. L’alto rappresentante per la politica estera europea ha poi incontrato Mr. Baccouche, ministro degli affari esteri Tunisino. La politica europea è sempre quella di sostenere una difficile unificazione delle maggiori fazioni Libiche, di avviare la formazione di un unico governo Libico con il quale poter concordare tutte le misure necessarie per fermare le emigrazioni clandestine, eliminare le basi di addestramento dei terroristi, sradicare i movimenti che coltivano il terrorismo. Da mesi questa è anche la “missione impossibile” di Berdardino Leon, ormai alle ultime fasi di una inevitabile sconfitta. In questi giorni Federica Mogherini prova a dare il suo contributo, come da mandato ricevuto dall’assemblea Europea. Un’altra missione impossibile. E’ inutile voler cercare di unire una Libia che è sempre stata divisa e spartita fra le innumerevoli tribù che da secoli gestiscono il potere, le Leggi, le economie locali. Tribù di commercianti, di avidi predoni, di sanguinari combattenti. La Mogherini ha avuto colloqui con i rappresentanti delle maggiori fazioni Libiche senza, per questo, aver ottenuto un risultato minimale. Ma la missione della Mogherini è la preparazione alla giustificazione delle prossime azioni che verranno avviate, cosi’ ormai si spera, dal Governo Renzi. In realtà, dopo l’atteso voto di fiducia di Lunedi’ prossimo, quello sulla Legge elettorale, è assai probabile che il Govero Renzi possa passare all’azione agendo proprio sulle coste della Libia al fine di impedire le nuove partenze, di distruggere le retrovie e le linee logistiche, di catturare gli organizzatori dei traffici ed i criminali corresponsabili delle morti sia in terra che in mare e dei numerosi naufragi. L’Italia lasciata sola nella gestione del problema, potrebbe , già nel mese di Maggio, iniziare ad agire, da sola, in modo più “muscoloso”. Ricordiamo che gli immigrati raggiungono, quasi sempre, la Sicilia e che la Sicilia, notoriamente, è un’isola. E dalla Sicilia si muovono a Nord dai porti di Palermo, Messina, Catania, e che i treni e le navi devono attraversare lo stretto di Messina. Insomma con poche centinaia di uomini dell’esercito, sarebbe facile presidiare i punti di partenza, controllare i passeggeri su treni e sugli autobus, rastrellare le campagne. Con un minimale impiego dell’esercito dalla Sicilia possono scappare ben pochi, e tutti possono essere facilmente identificati, verificati e gestiti e controllati evitando che oltrepassino lo stretto.

Giorgio Comerio – www.giorgiocomerio.com

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