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Atlantico – Trovato antico tesoro

Un tesoro del valore di almeno 50 milioni di euro è stato localizzato e recuperato da una équipe francese composta da tecnici esperti nel difficile ramo del recupero e ricerche sottomarine. Il tesoro si trovava nella stiva della “City of Cairo”, mercantile inglese affondato dal un U-Boot nel 1942 al largo dele coste della Namibia, che giaceva su un fondale a circa 5.000 metri di profondità. Un tesoro che da molti anni cercavano in tanti e che oggi non è più un segreto. Secondo le cronache, l'affondamento dela “City of Cairo” sarebbe stato un errore: un siluro tedesco avrebbe colpito la nave britannica che invece doveva essere bloccata e, naturalmente, perquisita con conseguente confisca del prezioso carico di rupie d'argento, provenienti da Bombay, in India, diretta in Inghilterra.
A rigor di cronaca, bisogna dire che l'impresa è avvenuta tempo fa, nel 2013, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, aprile 2015, dopo essere stata mantenuta nel massimo segreto dagli autori del recupero, il gruppo DOS (Deep Ocean Search), che ha reso noti i particolari: il mercantile inglese affondò il 6 novembre 1942 e nessuno sperava ormai che potesse essere localizzato, nonostante le ricerche eseguite.
Gli esperti del DOS, in parte ex membri della Marina Militare francese, ingegneri, palombari, sommozzatori e altro ancora, sono riusciti a trovare un finanziamento di molti soldi per poter compiere l'impresa ma erano convinti di poter arrrivare al relitto, e l'operazione è riuscita. Secondo quanto pubblica “Le Figaro”, il gruppo si è servito di un robot comandato a distanza che è scesdo fino a 5.150 metri sott'acqua e, grazie alle particolari dotazioni, ha recuperato una per una gli oltre duemila contenitori.
John Kingsford, fondatore del gruppo DOS, aveva cominciato a studiare e pianificare le riocerche nel 1984, riuscendo a superare anzitutto una serie interminabile di diffisoltà legali, poiché legalmente le monete sarebbero ancora oggi di proprietà del governo di Sua Mestà. Kingsford ha avuto la capacità di trattare e di giungere ad un accordo, ottenendo una lauta percentuale sul materiale recuperato.
L'impresa di fatto cosstituisce un record, perché nessuno fino ad oggi aveva mai eseguito una tale impresa e ad una profoindità simile. Se si pensa che il celebre Tutanic giace ad una prpfondità di “soli” 3.800 metri che il recupoero di diversi oggietti che si trovavano a bordo è stato uno dei più difficili mai eseguiti.
La DOS ha utilizzato una dotazione sonar all'avanguardia, oltre ad avere compiuto ricerche storiche dettagliate ed avere perlustrato un'area oceanica di circa 3.600 km quadrati.

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