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Lufthansa – La compagnia aerea poteva non sapere?

Sono giorni di aspre polemiche sulla Lufthansa, casa madre della Germanwings, e su medici che avrebbero avuto in cura i co-pilota Andreas Lubitz, complevole di avere fatto schiantare l'Airbus A320 Germanwings in Provenza, e causando la morte sua e di altre 140 persone.
I medici difendono il loro obbligo di mantenimento del sgreto professionale e dicono che “tacere è un obbligo di ecezionale valore per la categoria. L'unica eccezione è stabilita dal Codice Penale, dove è scritto che tale obbligo decade immediatamente se il paziente annuncia di voler commettere un crimine”. Ma nel caso di Lubitz tuto questo non è avvenuto e probabilmente lui lo sapeva fin troppo bene. In poche parole: se Lubitz avesse manifestato la volontà di uccidersi o di uccidere, il suo medico era tenuto ad avvertire i suo responsabili e le autorità. E Lufthansa sta facendo di questa regola una sorta di scudo anti-critiche e anti-polemica. Lubitz non ha lasciato alcuna traccia delle sue intenzioni, e la compagnia aerea per questo era all'oscuro di tutto. Di certo, tutti i piloti sono periodicamente sottoposti a controlli mecidi, ma sono controli che possono anche essere di tipo ortopedico, non necessariamente psicofisico.
Rimane il fatto del come sia stato possibile che Lubitz abbia nascosto per così tanto tempo il suo disturbo mentale ai propri superiori, e risultare idoneoi al pilotaggio in una misura del 100%.
Possto che Lufthansa sia realmenter stata al'oscuro, la polemica riguarda anche la legittimità del segreto professionale, in particolare per occupazioni ad alto rischio, come può esseere quella del pilota di linea.
Nel frattempo, l'Aeromedical Center della Lufthansa a Monaco, che ha rilasciato il certificato di idoneità ad Andreas Lubitz, si cela dietro un rigido “no comment”. 

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