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Ustica – Lo Stato non vuole pagare

Dopo oltre trent'anni, la triste e sempre meno misteriosa strage di Ustica torna a fare parlare la cronaca: lo Stato rifiuta il risarcimento a 18 familiari di alcune delle 81 vittime del 27 giugno 1980, morte a bordo del DC9 Itavia. La motivazione si rifarebbe alla necessità di prescrizione dei reati e alla infondatezza delle stesse richieste di risarcimento, nonostante le sentenze della Corte di Cassazione che avrebbero messo fine ai processi civili in merito al risarcimento e alle sentenze di primo grado.
L'avvocato dello Stato, Maurilio Mango, ha fatto ufficiale richiesta di rigetto delle domande alla Corte di Appello di Palermo, in merito al pagamento delle spese di lite e di quelle prenotate a debito. Il giudice Sebastiana Ciardo abeba condannato, nello scorso ottobre, i ministeri della DIfesa e dei Trasporti al pagamento di 5 miioni d 637mila euro agli eredi e familiari di Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Annino Molteni, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi ed Elvira De Lisi, e successivamente aveva condannato gli stessi ministeri a risarcire quattro familiari di Gaetano La Rocca, con circa 11 milione di euro. La vicenda non finisce qui: il procedimento La Rocca era stato stralciato in base a un errore contenuto in un documento e gli avvocati Vanessa e Fabrizio Fallica, fra i difensori dei familiari delle vittime, manifestano forti critiche e parlano di una vera e propria offensiva dello Stato nei confronti delle vittime e dei loro parenti, che da ben 34 anni attendono giustizia. Un terzo legale, Vincenzo Fallica, dichiara giunto il momento di passare oltre la resistenza dell'avvocatura dello Stato e attuare le tre sentenze dela Cassazione che ha fissato i principi di diritto su cui la responsabilità dello stato è manifestamente fondata.
Alla Corte di Palermo è attualmente ancora aperto un altro procedimento, che potrebbe concludersi con un ulteriore riconoscimento della responsabilità delle istituzioni in vari episodi di depistaggio.
L'avvocatura dello Stato ribadiusce la mancata certezza nel provare oltre il ragionevole dubbio che ad abbattere il DC9 Itavia sia stato un missile e continua a proporre la tesi della bomba a bordo.

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