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Frosinone, detenuto tenta suicidio in carcere: salvato dalla Polizia Penitenziaria

Frosinone – Ha tentato di uccidersi nella sua cella del carcere di Frosinone: salvato dall’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio, il detenuto si trova attualmente ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Protagonista, ieri pomeriggio, un detenuto ultrasessantenne, B.P. “L’insano gesto – posto in essere mediante impiccamento – non è stato consumato per il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, ma il detenuto si trova attualmente in gravi condizioni in ospedale. Durante l’ora d’aria, ha approfittato dell'assenza del suo compagno di cella per mettere in atto l'insano gesto, legando una corda ricavata dal lenzuolo alla grata della finestra e al collo, per poi lasciarsi penzolare. Soltanto grazie all'intervento provvidenziale dell'Agente di sezione si è evitato che l'estremo gesto avesse conseguenze fatali. Immediatamente soccorso dal personale medico ed infermieristico presente in carcere, il detenuto è stato successivamente trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale cittadino, dove tutt'ora si trova ricoverato in gravi condizioni. L’ennesimo evento critico accaduto in un carcere italiano è sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianità penitenziaria”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Maurizio Somma, segretario regionale SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, sottoline che “alla data del 28 febbraio scorso erano detenute a Frosinone 505 persone. Negli ultimi dodici mesi del 2014, nel penitenziario frusinate, si sono contati 10 tentati suicidi, sventati in tempo dai poliziotti penitenziari, 82 episodi di autolesionismo, 28 colluttazioni e 10 ferimenti”. “Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Frosinone – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”, conclude Capece. “Ma non si può e non si deve ritardare ulteriormente la necessità di adottare urgenti provvedimenti: non si può pensare che la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri laziali e del Paese sia lasciata solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia”.

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