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Sentenza storica della Corte europea dei Diritti Umani (CEDU)

Sentenza storica della Corte europea dei Diritti Umani (CEDU): l’obbligo di sterilizzazione imposto alle persone transessuali per la rettificazione anagrafica del sesso viola il diritto fondamentale della persona al rispetto della sua integrità fisica.

Nella sentenza pronunciata oggi contro la Turchia (Y. Y. v. Turkey, caso numero 14793/08), la CEDU ha stabilito che una persona transessuale la quale richieda la rettificazione anagrafica del proprio sesso non può essere costretta a sottoporsi a interventi chirurgici di sterilizzazione. Un tale obbligo violerebbe il suo diritto fondamentale all’integrità fisica e non risulta necessaria in una società democratica. Le persone transessuali godono del diritto alla realizzazione personale e al rispetto dell’integrità fisica e morale. «Siamo contenti che la Corte, presieduta dal giudice italiano Riamondi, abbia deciso all’unanimità un principio fondamentale di ogni società civile», dichiara Maria Grazia Sangalli, presidente di Rete Lenford e continua «La sentenza della CEDU dà ragione a quanto abbiamo sempre sostenuto nei tribunali italiani e consentirà finalmente di interpretare la legge 164 del 1982, in materia di rettificazione anagrafica del sesso, in modo corretto, ovvero che lo Stato non può pretendere da una persona transessuale, che non lo voglia, di sottoporsi a intervento chirurgo che comporti la sterilizzazione. Anche la Corte costituzionale italiana è stata chiamata dal Tribunale di Trento a pronunciarsi sulla stessa questione. Riteniamo che la sentenza della CEDU sarà una pietra miliare anche per la il nostro giudice delle leggi».

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