ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Le trivelle nel Canale di Sicilia

Basilicata e Sicilia – I territori di Basilicata e Sicilia sono considerati dalle multinazionali del petrolio e dal Governo italiano un tesoro, data la ricchezza di idrocarburi nascosti nel sottosuolo: lo Sblocca Italia prevede di raddoppiare il volume delle estrazioni in entrambe le zone. In Basilicata l’attività di estrazione andrà a coprire quasi il 70% del territorio regionale a ridosso di zone abitate. Già con le attività in corso si segnalano gravi problemi all’ambiente e alla salute dei cittadini (bacini e falde acquifere inquinate dagli idrocarburi e alta incidenza tumorale nella popolazione).

In Sicilia il teatro delle nuove trivellazioni sarà il Canale di Sicilia, un tratto di mare che offre alcuni spettacolari scenari naturali come per esempio la straordinaria Scala dei Turchi che presto potrebbe diventare patrimonio dell’Unesco. Contro il provvedimento del Governo Renzi si è schierato gran parte del movimento scientifico italiano e 22 scienziati hanno scritto un appello al Governo per rivedere la politica energetica italiana. Da parte sua, il Presidente del Consiglio ha espresso chiaramente la sua posizione:

“È impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa, se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata. Io mi vergogno di andare a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell’accordo Gazprom o di South Stream, quando potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia, e dare lavoro a 40 mila persone, e non lo si fa per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini”.
Comitatini li definisce. Il problema è che in questi “comitatini” ci sono anche ricercatori subacquei di fama internazionale come Domenico Macaluso, che ha sottolineato come le trivellazioni nel Canale di Sicilia siano estremamente pericolose per l’elevatissima attività vulcanica sottomarina e per la presenza di enormi sacche di metano, definite “pockmarc”. La perforazione di queste sacche a opera delle trivelle potrebbe provocare effetti disastrosi come la tragedia avvenuta nel Golfo del Messico nel 2010, quando una piattaforma petrolifera esplose dopo avere intercettato una sacca di metano, provocando una fuoriuscita di petrolio tale che è stata considerata il più grande disastro ambientale di tutti i tempi. Sulla zona in esame, alla notizia dei contenuti dello Sblocca Italia, stanno piovendo richieste da parte delle compagnie petrolifere per effettuare nuove trivellazioni offshore: un numero così elevato da trasformare il Canale di Sicilia in un colo a brodo di trivellazioni con un rischio sempre crescente di possibili danni ambientali. 

Facebook