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Tunisia – Il mezzo sogno di primavera.

Tunisi ( Tunisia ) Una rivoluzione senza epurazione è una rivoluzione giunta solo a metà della sua strada, una speranza monca, un mezzo sogno interrotto da un brusco risveglio. E’ il caso del sogno della primavera Tunisina. Gli apparati, bene o male sempre proni al Palazzo, funzionavano con poche gocce d’olio. La famiglia Trabelsi si intrufolava in tutte le operazioni appena decentemente lucrose ed i solerti sonnacchiosi funzionari, all’improvviso, diventavano solertissimi e sveglissimi. E quindi ricompensati. E se solertissimi non lo erano di per subito, immediatamente trasferiti lontano ed altrove. Celebre la vicenda dello yacht rubato ad un noto e ricco personaggio francese e trafugato a Biserta per la gioia di uno dei Trabelsi. Localizzato lo yacht dai servizi dell’intelligence francese il colonnello quasi onesto della dogana di Biserta pensava bene di denunciare tutta la banda dei ladri, con il Don Rodrigo presidenziale incluso. Subito trasferito per lesa maestà. Ma in ogni caso lo yacht tornava in Francia, i maldestri ladri identificati, ed il Trabelsi di turno si prendeva una denuncia con allegato mandato di cattura dell’Interpol. Il noto e potente e misterioso “innominato” personaggio parigino ha potuto dare una lezioncina al borioso Don Rodrigo di Tunisi. Caso comunque non unico. Volgari furti di auto di lusso sono stati perpetrati dalle Dogane per favorire qualche sgherro della corte del Palazzo oppure qualche signorotto di Cartagine. Le Dogane sono sempre rimaste una potenza dell’apparato, la lunga mano ladra di uno Stato spocchiosamente simil-moderno e maldestramente democratico. Uno Stato nello Stato, con prebende e privilegi, con una collaudata arma fra le mani : un arzigogolato ed arrugginito regolamento, l’ideale mezzo per ogni ricatto. Ed ecco qualche informazione non nota ma da annotarsi. Molti europei hanno investito ed intendono investire in Tunisia realizzando produzioni ed attività destinate all’esportazione per fruire delle imposte ridotte al 10% per dieci anni. Come a Malta, e molto di più che a New York. Ed anche per fruire dell’esenzione sui dazi di importazione. Attenzione: il “Regime Sospensivo” è un privilegio che le Dogane danno e che possono ANNULLARE in qualsiasi momento. In pratica a loro piacimento. Non è un diritto acquisito all’avvio dell’investimento ma una concessione “annuale” graziosamente rinnovata se fai il bravo. Un colonnello qualsiasi vi può creare danni immensi. Non solo con le grandi imprese ma anche nel caso delle piccole attività le Dogane sono fonte di angherie, di soprusi e di prevaricazioni. Un esempio recente. Una società offshore, 100% italiana, decide di spostare la sua officina di produzione da Mateur a Sousse. Per un semplice spostamento da una città Tunisina ad un’altra è necessaria l’autorizzazione delle Dogane ed una serie variabile ma ben nutrita di documenti e di pretestuose certificazioni. Il solerte colonnello di Biserta preposto alla bisogna crea innumerevoli difficoltà, richiede sempre nuovi e fantasiosi documenti, in pratica crea ostacoli in continuazione riuscendo a ritardare il trasferimento di ben cinque mesi e bloccando, di conseguenza, l’attività produttiva. Il tutto per non aver ricevuto una manciata di dinari. L’investitore straniero è sempre stato visto come la vacca grassa da mungere, ma ora la vacca non è più grassa e l’investitore se ne parte per il Marocco. Attenzione ancora. Le attuali regolamentazioni doganali vi permettono di restare con la vostra auto tre mesi all’anno in Tunisia e non di più. Potete avere poi una estensione di altri tre mesi: una noia infinita con emissione di nuove targhe, bolli e tasse da pagare, moduli e pratiche del tutto idiote da compilare in sgangherati uffici, visto che potete restare, come turisti, al massimo tre mesi all’anno. Salvo deroga da chiedere comunque di volta in volta. La Tunisia vuole i turisti ? Solo a modo suo e poi mica tanto. Ne vuole tanti, per tempi brevi, e giusto giusto per far spendere il massimo dei quattrini in un paio di settimane, e senza dar troppo tempo e modo di socializzare. Non si sa mai che possano arrivare pure delle idee moderne. E quindi tutti ben chiusi in hotel e resort ben sigillati. Liberi campeggi, pensioncine familiari, appartamenti e stanze in affitto presso privati ? Non se ne parla nemmeno: troppo alto il rischio di una pericolosa promiscuità di idee, di pensieri, di persone. Con la “primavera” ci si aspettava quindi, tanto per iniziare, una bella epurazione di tutta la struttura doganale. Ed anche i doganieri se la aspettavano. Le divise non erano più di moda e gli abiti civili una sana consuetudine. Ed invece non è successo nulla. Nessuno gli ha sbattuti fuori dai loro uffici, nessuno ha controllato conti correnti bancari, nessuno li ha messi sotto processo per le infinite angherie e gli innumerevoli soprusi perpetrati per anni. Non si sono prese neppure quelle quattro legnate che loro stessi si aspettavano di prendere. E dopo qualche mese hanno capito che se l’erano scampata e che potevano pure chiedere un aumento di stipendio. E così , salvo i pochi casi eclatanti dovuti per lo più a lotte di potere interne alla stessa amministrazione doganale, ecco che i gradi sulle spalline sono stati aggiunti proprio a tutti, e lo stipendio pure aumentato in conseguenza. Ed ora, ancora peggio di prima, tengono in mano l’economia della Nazione con maggiore arroganza, con prevaricazioni ed angherie non solo verso i trasportatori, verso gli imprenditori stranieri, ma anche verso quei pochi tunisini che intendono intraprendere qualche cosa. Ed in pratica taglieggiano e controllano il contrabbando di carburante, di derrate alimentari dal prezzo “calmierato “ dal Governo, dei beni di lusso, senza disdegnare cemento, il tondino delle armature, i mattoni. Le Dogane non solo permettono ai grandi trafficanti di lavorare tranquilli ma proseguendo con le solite angherie e le vecchie prevaricazioni verso i piccoli imprenditori, e pure taglieggiando ancora i pochi stranieri che ancora pensano di intraprendere una nuova attività in Tunisia. E quindi anche grazie alle solerte Dogane ora i prezzi dei beni di consumo sono arrivati alle stelle – la Tunisia è ora più cara della Sicilia – ed il contrabbando “di sussistenza” dilaga come un tumore fulminante. E le automobili “sequestrate” insieme a merci di ogni genere e tipo riempiono sempre di più i depositi doganali, merci in attesa di essere vendute con le solite aste compiacenti e ben organizzate dalle Dogane stesse. Funzionari ed agenti di ogni rango e grado cercano solo di incassare, in contanti, il massimo dei benefici dovuti alla loro posizione, il massimo dei “piccoli doni” offerti gentilmente od estorti con il ricatto; e non solo per garantirsi una tranquilla vecchiaia, un contributo alla pensione, ma anche per pagarsi un biglietto di prima classe verso l’Europa. Ma magari la signora epurazione – anche se ormai in ritardo – pare che possa ancora arrivare a bussare alle porte delle Dogane. E noi vedremo chi andrà ad aprire.
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