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Dal sottosuolo di Roma la mappa delle grandi glaciazioni

Roma – Alla fine di ognuna delle ultime cinque grandi glaciazioni, avvenute negli ultimi 500mila anni, il livello del mare è risalito con una velocità media di 5.5 metri al secolo, a causa del repentino scioglimento dei ghiacci. A stabilire, per la prima volta in modo quantitativo, la velocità di risalita del livello del mare durante i periodi di scioglimento dei ghiacciai, la ricerca Sea-level variability over fice glacial cycles, pubblicata su Nature Communications che si è avvalsa anche di dati prelevati nel sottosuolo di Roma.  Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, della Australian National University e della Southampton University, ha analizzato i dati geologici di diverse località del pianeta per studiare le variazioni del livello del mare negli ultimi 500mila anni. ''Oltre ai cinque eventi glaciali principali, sono stati riconosciuti più di 100 eventi minori, con frequenza delle decine di migliaia di anni, durante i quali il livello del mare è risalito meno velocemente a seguito dello scioglimento parziale delle calotte polari , spiega Fabrizio Marra, ricercatore dell Ingv. “Le velocità di risalita più elevate si possono trovare, invece, alla fine delle grandi glaciazioni, quando la massa dei ghiacci sul pianeta ha superato di due o tre volte quella attuale''. Il lavoro ha anche evidenziato che in periodi con calotte glaciali di dimensioni simili a quelle attuali, i tassi hanno raggiunto 1-1.5 metri al secolo. Una velocità simile a quella che viene stimata oggi a seguito del riscaldamento globale. Un'indicazione, questa, fondamentale ai fini di un confronto dei dati sulla progressiva riduzione dei ghiacci e di una valutazione su ciò che potrebbe avvenire nei prossimi anni a seguito del riscaldamento globale. Per contribuire al raggiungimento di questo risultato, è stata ricostruita una cronologia indipendente degli eventi di risalita del livello marino attraverso lo studio della geologia della città di Roma, un laboratorio naturale nel quale è possibile analizzare tali fenomeni. ''La datazione di numerosi depositi vulcanici e lo studio paleomagnetico dei livelli argillosi, intercalati nelle successioni sedimentarie del paleo-Tevere, ha permesso di accertare che queste si sono deposte nell'antica valle del Fiume e lungo la costa in conseguenza della risalita del mare alla fine delle epoche glaciali e, quindi, di calibrarne con esattezza i tempi di occorrenza'', conclude Marra. 

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