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Tasi – Renzi come Monti fa lo 'sconto' al Vaticano

Roma – Renzi come Monti. C'è continuità fra i due governi. Come il premier-rettore esentò la Chiesa dall'Ici, anche il premier-rottamatore ha fatto in modo che il Vaticano non debba pagare la Tasi. L'esenzione riguarda ben 25 immobili che la Santa Sede può annoverare fra Roma e l'hinterland. La formula escogitata è la seguente: “sono esentati dal versamento della Tasi soltanto i fabbricati della Chiesa indicati nei Patti Lateranensi”. Per la Tasi comunque varranno le stesse esenzioni speciali dell'Imu. L'articolo 1, comma 675 della legge di stabilità, dice che per la Tasi la base imponibile è quella prevista per l'applicazione dell'Imu definita dall'articolo 13 del decreto legge 6 dicembre 2011, n°201, che si riferisce alle disposizioni dell'articolo 9 e dell'articolo 14  del decreto legislativo del 14 marzo 2011, n°23. Una vera e propria giungla normativa che non conosce fine. La Santa Sede ha ottenuto un buon risultato politico, dimostrando anche con la gestione Bergoglio, di poter sempre e comunque incidere nelle scelte governative. Matteo Renzi con il beau geste mantiene cordiali e sensibili i rapporti oltre Tevere. Ovviamente restano soggetti a tassazione gli immobili della Chiesa destinati ad uso commerciale. Ma in questo caso davvero poco si poteva fare, soprattutto per non andare troppo nell'occhio di un'opinione pubblica, che sia pure a stragrande maggioranza cattolica, digerisce poco il trattamento di favore dei governi con il Vaticano in materia (anche) fiscale.
Il punto però è un altro. Renzi doveva rappresentare il cambiamento, la rottura rispetto al passato. Per ora in tutte le sue scelte, dal manuale Cencelli utilizzato per la nomine di ministri e sottosegretari, all'imposizione di nuove tasse (Tasi e benzina), passando per i rapporti privilegiati con l'establishment economico, si nota solo una grande continuità con il passato.

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