Pesaro – Importavano mangimi per animali e soia, mais, grano tenero e lino destinati al consumo umano, con false certificazioni “bio”, dalla Moldavia, dall'Ucraina e dall'India. Lo scopo era rivenderle in Ue ad aziende ignare della falsificazione e, in alcuni casi, anche della contaminazione con Ogm. Avrebbero immesso illecitamente in commercio in Europa 350 mila tonnellate di prodotti non biologici. Il giro di falsi “bio” è stato scoperto dalla Guardia di Finanza, che stamattina ocn 150 agenti e con la collaborazione della Forestale, ha eseguito in diverse regioni, 9 arresti con misura domiciliare e 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività d'impresa. Sono stati anche sequestrati preventivamente beni mobili, immobili, partecipazioni societarie e conti correnti riconducibili a 20 dei soggetti indagati, nonché sui beni aziendali di 6 società. Il tutto per un valore di circa 35 milioni di euro. Le indagini hanno portato a una svolta anche grazie ad intercettazioni telefoniche e analisi chimico-fisiche dei prodotti, oltre che a ricostruzioni documentali. A capo dell'organizzazione c'era un ultrasettantenne emiliano, che gli affiliati chiamavano in codice con il soprannome «maestro Joda». L'accusa contestata è di associazione a delinquere finalizzata alla frode nell'esercizio del commercio, aggravata dalla transnazionalità del reato commesso a danno di un prodotto di qualità regolamentata. L'attività di polizia giudiziaria è stata delegata e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Pesaro, Silvia Cecchi.