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Spagna – Protesta di popolo contro la Legge di Sicurezza (VIDEO)

Madrid – I movimenti di protesta giovanile e non solo, continuano a criticare le affermazioni del premier Mariano Rajoy in merito alla Legge per la Sicurezza, che secondo i manifestanti avrebbe il puro e semplice obiettivo di mettere il bavaglio e porre il veto all'opposizione, contraria alle scelte di politica economica che il governo sarebbe stato costretto a imporre per volere degli organismi UE, in particolare dalla cosiddetta “Troika” (Unione Europea-Fondo Monetario Internazionale-Banca Centrale Europea).
I contestatori voglio attirare l'attenzione internazionale sugli articoli della legge stessa, che fra pochi giorni dovrà essere esaminata dal Consiglio dei Ministri. Fulcro della protesta i cosiddetti “escaches”, ovvero le manifestazioni di libera opinione contraria alla classe politica e ai grandi finanziatori e imprenditori accusati di mandare in rovina le famiglie a causa della chiusura di diversi servizi pubblici con la motivazione della politica dell'Austerity, oltre ai tagli all'istruzione, sfratti, tagli alla sanità e diverse altre cose. La trasgressione alla norma anti-protesta sarebbe poi accompagnata dall'autorizzazione all'uso di misure particolarmente severe e restrittive, quando non apertamente repressive, per una interpretazione della stessa legge in senso peggiorativo, che catalogherebbe ogni violazione come “reato grave”. In sostnza: una manifestazione non autorizzata potrebbe costare ai responsabili o alle persone in stato di fermo o arresto, anche diversi anni di prigione. La legge stabilirebbe inoltre il divieto di fotografare o riprendere in video gli interventi delle forze dell'ordine.
Altre misure oggetto delle proteste sono l'esclusione delle prostitute dalle città, il divieto di consumare alcolici in pubblico, e misure severe anche nei confronti di dipendenti pubblici che dovessero decidere l'astensione dal lavoro non autorizzata come forma di protesta, stando a quanto ha comunicato il ministro dell'Interno, Jorge Fernandez Diaz.
Il tutto mentre il Tribunle dei Diritti Umani della Corte di Giustiziai Europea, ha deciso la liberazione dei militanti di Euskadi ta Asktasuna (ETA) e di GRAPO (Grupos de Resistencia Antifascista Primero de Octubre), contravvenendo alle misure di maggiore inasprimento delle stesse pene detentive inflitte dal governo di Madrid, accusato di voler aumentare le misure repressive in linea con la filosofia dell'emergenza necessaria, da sempre adottata contro le mire separatiste dei Paesi Baschi.
In sostanza, la cosiddetta “Ley de Seguridad Ciudadana” si compone di 55 articoli e sarebbe destinata a soppiantare la precedente “Ley Corcuera” del 1992 (dal nome delministro socialista che ne fu promotore). Una norma ostegiata da diversi fronti politici.
Da tenere presente che, lo scorso ottobre, il Commissario Europeo per i Diritti Umani, Nils Muiznieks, ha pubblicamente denunciato l'uso della forza e di forme di tortura da parte della polizia spagnola nella repressione della protesta di popolo, denunciando anche l'omertà che coprirebbe tali soprusi impedendo di fatto l'identificazione e la punizione dei colpevoli. Alcuni casi sono usciti dal silenzio, come quello di otto agenti della Mossos (Squadre di Intervento della polizia catalana) colpevoli di un pestaggio ai danni di un giovane imprenditore in seguito deceduto per i taumi riportati, ma in molti esprimono dubbi sul fatto che i colpevoli saranno puniti come si dovrebbe. Stesso discorso per i responsabili della morte del giovane Inigo Cabacas, a Bilbao.
A rischio quindi sono tutti i movimenti di opposizione, primo fra tutti quelli degli Indignados, che dalla Spagna si è esteso a molti Paesi del mondo.

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