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Sordità, se non trattata può causare demenza senile

Roma – Esiste un qualche collegamento tra la carenza delle capacità uditive e l'incremento di demenza senile e Alzheimer. 
Secondo uno studio condotto dall'Università Johns Hopkin, nelle persone persone anziane in cui non venga trattato opportunamente il calo dell'udito si registra un aumento di casi del 24% di demenza senile. 
Un grave deficit uditivo è in grado di aumentare di ben 5 volte, in maniera indipendente rispetto ad altri fattori, il rischio di sviluppare demenza – spiega Alessandro Martini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso presso l'Azienda Ospedaliera Università di Padova -. Dobbiamo quindi aumentare i nostri sforzi per intervenire al più presto a livello diagnostico e per curare il danno uditivo ed i suoi effetti sapendo che se riuscissimo a ritardare di un solo anno l’evoluzione del danno, abbasseremmo del 10% il tasso di prevalenza della demenza, con notevoli risparmi economici ed umani“. 
Un problema che sarebbe facilmente risolvibile se l'ipoacusia fosse trattata nei tempi giusti. “È un problema culturale, che necessita di un’operazione di informazione e sensibilizzazione della popolazione – conclude l'esperto -. E' mai possibile che su oltre 7 milioni di italiani ipoacusici solo 700 mila portino gli apparecchi acustici?“.

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