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Caivano – La città sui veleni

Caivano (Napoli) – Le immagini dei carabinieri non lasciano margine a dubbi: amianto, rimasugli di lavorazioni metalliche, copertoni, rifiuti velenosi, sostanze pericolose di ogni genere. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Questo è il sottosuolo di Caivano, dove gli investigatori hanno portato alla luce una discarica lunga oltre 3 chilometri e larga 10, in una località dove sono diffuse coltivazioni di vario tipo e il cui nome è ironcamente azzeccato: Omomorto. Il peggio è che tutto questo è stato scoperto per puro caso da una pattuglia dei carabinieri che passava durante un normale giro di perlustrazione e che si è imbattuta in una fossa scavata per una riparazione e destinata ad essere ricoperta come se nulla fosse.
Una lunga strada che attraversa appezzamenti coltivati, segnata dai canali di irrigazione e drenaggio delle acque piovane. Lo strato che si estende sopra questi canali è il risultato di un decennio di sversamenti di sostanze venefiche: secondo le prime verifiche pare che siano presenti più di 36mila tonnellate di sostanze pericolose, le quali, nel corso degli anni, hanno rilasciato veleno.
La Compagnia dei Carabinieri di Casoria è intervenuta prontamente, decretando l'immediato sequestro della zona, per ordine del comandante, Pierangelo Iannicca, e del tenente Aldo Foggia, sotto il coordinamento del colonnello Luca Corbellotti. Tutti sono propensi a credere che ci si trovi solo al principio di una vicenda che certamente dovrà essere chiarita. Di certo si ha a che fare con la criminalità organizzata, che nel trattamento dei rifiuti pericolosi ha una delle maggiori fonti di guadagno illecito.

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