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Mafia – Operazione 'Fiori Bianchi 2', i nuovi boss di Catania (VIDEO)

Catania – Con l'articolata operazione denominata “Fiori Bianchi 2” la Procura etnea è giunta a identificare i nuovo boss del territorio catanese e a tracciare l'organigramma di Cosa Nostra alle falde del vulcano, che farebbero capo alla famiglia Santapaola.
Angelo Mirabile, detto “Angelo'u'Poccu”, sarebbe il nuovo reggente di Villaggio Sant'Agata, e frai suoi luototenenti ci sarebbero Salvatore Aiasecca, Salvatore e Salvo Battaglia (quest'ultimo già condannato all'ergastolo), Orazio Carbonaro, Filippo Scalogna,Angelo Mirabile, Giovanni Tropea, Carmelo Scuderi, Salvatotre Miano, Gerardo Marro, Salvatore Fiore e Salvatore Zito.
Vi è poi il clan do Ottanta Palme, che secondo le indagini farebbe capo ad Alfio Amato e Matteo Orlando, e quindi il gruppo della Civita, feudo incontrastato dei Santapaola, dove spadaroneggiavano Natale Angemi (il capo), Alfio Bonici, Alessandro Lanzafame e Ignazio Cavallaro.
Il clan di Cibali, secondo i pm, era formato da Elio Catania, Sebastiano Fazio e Salvatore Fazio (detto “Pagghiolu”) ritenuto il responsabile.
Nella zona di Picanello la famiglia Santapaola poteva contare su Lorenzo Pavone. Gli altri membri sarebbero Ruben Badessa, Marco Battaglia, Davide Battiato, Fabio Maria Catania, Antonio D’Arrigo, Vincenzo Dato, Orazio Di Bella, Angelo Di Stefano, Maurizio Fiocco, Roberto Illuminato, Claudio Lo Presti, Agatino Manara, Antonino Meli, Giampiero Nicotra, Carmelo Nista, Francesco Petronio, Carmelo Tommaso Sciuto, Salvatore Scuderi (detto “Turi Scheggia”), Giovanni Antonino Tosto, Giuseppe Tringale e Santo Tudisco.
Il rione Librino è stata zona contesa fra la famiglia Arena-Cappello, e i Santapaola che contavano sulla famiglia di Andrea Luca Nizza, erede dell’omonima famiglia alleata del nucleo egemone di Cosa Nostra etnea. Nel territorio di Catania città risulterebbero infine radicate le squadre di San Cocimo e di San Giovanni Galermo.
A San Cocimo, nel Centro Storico, i clan diretti da Francesco Di Grazia e Angelo Testa, mentre nel quartiere di San Giovanni Galerno agivano Salvatore Gurrieri, Vincenzo Guzzetta e Mario Russo.
Le indagini si stanno ora sviluppando verso la provincia di Catania, dove – secondo la DDA – esisterebbero numerose ramificazioni, soprattutto a Lineri, Belpasso, San Pietro Clarenza, Mascalucia, Paternò, Santa Venerina e Acireale.
A Belpasso e San Pietro i Santapaola avevano fra i loro alleati Giuseppe Felice, Salvatore La Rosa, Francesco Leonardi (detto “Franco Banana”), Salvatore Politini, Gianluca Presti, Stefano Prezzavento, Carmelo Puglisi, Orazio Stimoli, Pietro Stimoli e Andrea Ventura. Giuseppe Santonocito (detto “Pippo Scillicchia”) ne sarebbe stato il capo.
Mascalucia sarebbe territorio del gruppo di Mirko Pompeo Casesa (ritenuto il capo), Cristian Fallica, Gabriele Lo Bianco e Giuseppe Puglisi.
A Paternò i Santapaola potevano contare su Giuseppe Fioretto e Giovanni Messina (detto “Giummiddu”). A Santa Venerina, alle falde dell’Etna, la squadra comprenderebbe Salvatore Calì (detto “Turi ‘u Vavveri”) e Antonino Castorina ritenuto il capo (detto “Lillitta”).
Ad Acireale agivano Salvatore Indelicato, Carmelo Messina e Salvatore Patanè. Ad Aci Catena, Mario Bella, Alfio Brancato, Mario Guarrera e Mario Vinciguerra. Nella zona di Fiumefreddo, i Santapaola avevano fiducia nel gruppo di Alfio e Sebastiano Patanè.

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