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“Pizza World Show”, servono pizzaioli specializzati

Parma – Dal mondo della pizza, riunito nella città ducale, arrivano due messaggi forti per il Parlamento e per il futuro Governo: fermare l’attacco alla mozzarella di bufala dop, favorire la formazione di pizzaioli specializzati, che mancano sul mercato del lavoro. Ed un dato consolatorio: gli italiani non rinunciano alla cena conviviale in pizzeria.
Al secondo giorno del “Pizza World Show”, la fiera della filiera della pizza che si tiene presso Fiere di Parma, è stato sottolineato il successo della pizza e delle pizzerie. Della pizza perché il valore conviviale della cena in gruppo resiste alla contrazione dei consumi; delle pizzerie perché in Italia cresce il numero di questi esercizi, arrivati alle 50.000 unità (25 mila pizzerie con servizio al tavolo ed altrettanti punti vendita di pizza al taglio). Ed è stato smentito il luogo comune che con la crisi gli italiani tagliano i pasti fuori casa per tornare alla cucina della propria casa: è vero il contrario, cioè che i consumi alimentari domestici sono in forte calo in Italia (meno 9 miliardi di euro negli ultimi 4 anni), mentre resiste la cena in pizzeria.
“Facciamo appello al prossimo Ministro dell’Agricoltura perché fermi l’attacco alla mozzarella di bufala dop – ha dichiarato Antonio Lucisano, Direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana Dop – Il recente decreto che obbliga i produttori ad avere due stabilimenti, uno per la Dop ed uno per gli altri prodotti, è talmente assurdo nella sua pretesa di obbligare gli imprenditori a dotarsi in tre mesi di un secondo stabilimento, che verrà quasi sicuramente prorogato al 30 dicembre. Noi dal canto nostro faremo tutti i ricorsi del caso, ma il punto è un altro: bisogna riscrivere l’attuale Disciplinare che regola questa produzione, profondamente errato. Il nostro Consorzio ha avanzato una proposta un anno e mezzo fa, totalmente inascoltata e che oggi riproponiamo con soluzioni oneste e praticabili per l’utilizzo del latte dop e non dop nella produzione di mozzarelle di bufala”.
Al convegno sulla pizza napoletana e la mozzarella di bufala ha preso la parola anche Pasquale D’Acunzi, Presidente del Consorzio Tutela Pomodoro San Marzano che ha detto: “ Da anni le tipicità italiani sono sottoposte ad un attacco delle multinazionali. Ricordo quando volevano abolire i forni a legna, e riuscimmo ad impedirlo. Anche dietro questo attacco alla mozzarella di bufala Dop ci sono lobby che rappresentano interessi. Non bisogna piegarsi, bisogna fare ricorso, se serve avere il coraggio di andare avanti con le produzioni, senza tener conto di un decreto che opera una sorta di repressione preventiva che presume un reato prima ancora che sia commesso”.
Un appello accorato è giunto anche dal Presidente della Associazione Verace Pizza Napoletana, Antonio Pace: “Chi ha avuto l’idea di ripescare dal cassetto una vecchia pratica del 2008 ha compiuto una operazione negativa con l’obiettivo di danneggiare un prodotto Dop come la mozzarella di bufala. Con l’Europa che già fatica a rispettare le nostre tipicità, con Francia e Spagna più abili di noi a valorizzare le proprie Dop nel mondo l’Italia compie oggi l’ennesima operazione all’insegna del ‘facciamoci del male’. Al contrario bisogna difendere l’unicità della pizza napoletana ed anche se abbiamo ottenuto lo STG, cioè il riconoscimento di produzione locale, bisogna fare molto di più. Per esempio, nello STG non viene menzionato il livello di manualità richiesto al pizzaziolo specializzato”.
E proprio sul tema del pizzaziolo specializzato la Fipe/Confcommercio ha tenuto una tavola rotonda in cui Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi della Fipe ha precisato: “ Le nostre imprese ci segnalano che mancano 6.000 pizzaioli specializzati (di cui 3.000 stagionali), non pizzaioli e basta, ma pizzaioli già formati e capaci di assicurare un alto livello qualitativo. In Italia operano 105 mila pizzaioli extracomunitari (molti egiziani) e questo numero è destinato a crescere se i giovani italiani non riprenderanno a svolgere lavori manuali come questi”.

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