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Concordia – La fiera del non detto

Isola del Giglio – Come noto nei giorni scorsi si è avuta una fuoriuscita di carburante da uno dei serbatoi della Concordia. Il presidente della commissione di vigilanza si è affrettato a dichiarare che la situazione è sotto controllo. Stesso atteggiamento è stato prontamente assunto dalle società che stanno operando al recupero del relitto.
La verità però, a quanto sembra, non è quella che è stata resa nota. Le cose non stanno come è stato detto. Ufficialmente è stato comunicato che “Lo sversamento è stato causato dal distacco di una flangia, ovvero un disco in metallo di congiunzione, di una valvola del sistema “Hot tapping” installata nel corso delle operazioni di rimozione del combustibile. La valvola è stata richiusa dai sommozzatori del consorzio, che si sono immersi a più riprese, in circa du eore di lavoro. La perdita era stata segnalata alle 8.40. Un paio di minuti più tardi le prime squadre erano già sul posto”.
L'inconveniente, in realtà, sarebbe stato causato da un urto, non si sa se da parte di qualche natante o oggetto galleggiante, fra i tanti in movimenti che attualmente si svolgono intorno al relitto. Una collisione che ha divelto una delle numerose valvole messe in opera per le operazioni di rimozione del carburante che è stata eseguita dalla Smith-Neri nelle settimane seguenti al naufragio.
Vero è che si tratta di modeste quantità di carburante miste ad acqua marina, e in quantità definite “non preoccupanti”. Resta da definire che cosa si intenda per “quantità irrisorie e non preoccupanti…
E' anche vero il fatto che il massiccio impiego di uomini, mezzi e materiali attorno al relitto potrebbe causare altri e ben più gravi inconvenienti, qualora si dovesse verificare, per chissà quale motivo, la rottura di qualche serbatoio fra quelli che non è stato possibile svuotare perche irraggiungibili.
La nota del consorzio Titan-Micoperi sembra attribuire alla casualità l'accaduto ad una sfortunata casualità, e ci si è guardati bene dall'evidenziare, piuttosto che una diretta responsabilità, il cattivo funzionamento delle valvole. Che però non si sono certo installate da sole o per provvidenza divina.
Al tempo stesso, di dovrebbe tenere ben presente che il progetto e le operazioni in atto sono, per loro stessa natura, pesantemente impattanti per l'ambiente, del quale sembra che nessuno si preoccupi più di tanto, e per quel che resta di integro del relitto.
Ancora una volta, l'accaduto mette in luce in modo inequivocabile l'assoluta inadeguatezza concettuale e strutturale del progetto stesso, estremamente pericoloso e decisamente impattante, contrariamente a quanto si vuole far credere alla pubblica opinione.
Nel frattempo continua la danza delle date circa l'effettivo compimento delle opere, pesantemente legate alla realizzazione dei pali su cui poggeranno le piattaforme per i quali persistono pesanti controindicazioni, già da tempo evidenziate non solo nell'inchiesta di “Edizioni Oggi”. Inutile sottolineare, visto che la cosa è già ben nota, che saranno proprio queste le lavorazioni che nei prossimi mesi saranno determinanti sulla riuscita dell'intero progetto. Nella malaugurata ipotesi che non si potessero realizzare tali perforazioni, l'intero progetto dovrebbe essere abbandonato dopo aver speso milioni di dollari, e lasciato il relitto in acqua per oltre un anno dal tragico evento, dove resterà verosimilmente ancora per molto tempo.
Per fare il punto sullo stato dei lavori e su tutto quello che la vicenda della Costa Concordia sta evidenziando e, ancora di più, nascondendo, “Edizioni Oggi” ha in programma, la convocazione di una conferenza stampa internazionale, alla quale saranno invitati tutti gli organismi coinvolti e aperta a tutto il pubblico che vorrà intervenire per farsi un'opinione alla luce dei fatti. Maggiori dettagli in proposito saranno comunicati a breve.

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