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Costa Concordia – Slittano i tempi del recupero

Isola del Giglio – Dalle ultime notizie sulle procedure e i tempi di recupero dello scafo della Costa Concordia, pare che le operazioni debbano slittare di non si sa quanto con precisione. Insomma, come volevasi dimostrare. Al momento il ritardo è stimato in circa sei mesi, anche se riesce difficile crederlo, in quanto, secondo non pochi tecnici ed esperti, sarebbe molto di più.
La notizia è stata comunicata nel corso del 91° Maritime Safety Committee della International Maritime Organization, tenuto a Londra lo scorso 29 novembre, dove è stata ricevuta una delegazione della Guardia Costiera Italiana che ha aggiornato la Commissione sullo stato dei lavori.
Oltre a ciò, i lavori hanno avuto come punto centrale le questioni inerenti la sicurezza della navigazione, con particolare attenzione alle conseguenze del naufragio del 13 gennaio scorso, che dovrebbero svilupparsi in nuove normative e risoluzioni internazionali.
L'ultima volta che l'Italia ha informato Londra sullo stato dei lavori conseguenti all'incidente della Concordia è stato nello scorso mese di maggio, quando le informazioni erano ancora molto lacunose e non ancora rese del tutto pubbliche; poi, con l'udienza dello scorso ottobre, la documentazione è stata resa pubblica e la Guardia Costiera ha organizzato una presentazione che ha ripercorso tutte le fasi del naufragio e dell'inabissamento da un lato della nave da crociera.
A proposito di questo, la SOLAS (Safety Life at Sea), che è una Convenzione Internazionale della IMO con lo scopo di tutelare la vita umana a bordo di qualunque tipo di imbarcazione, è una delle più antiche, in quanto risale al 1914, due anni dopo il disastro del Titanic, ed è aggiornata periodicamente con emendamenti. L'ultima modifica risale al 1988. Con le carte finalmente rese pubbliche si sono smascherati i difetti dell'apparato e il colossale ritardo con il quale si dovrebbe giungere alla presunta rimozione del relitto: il 2014. Una data eccessivamente lontana dal 13 gennaio 2012.
Le autorità italiane non hanno comunque aggiornato le Commissioni britanniche della IMO dallo scorso  maggio, proprio a causa della mancanza di informazioni dettagliate nonché per la mancanza di pubblicità delle informazioni stesse. Un aspetto che sembra trascurabile e invece rappresenta lo stato di “deriva” nel quale si procede per le operazioni di recupero. Uno stato che si può chiaramente scorgere analizzando le relazioni settimanali, che provengono alla nostra Redazione, stilate dai responsabili del progetto, che evidenziano l'estrema lentezza e le difficoltà del procedere, a fronte di un progetto che, come più volte ribadito, pare assolutamente inadeguato a raggiungere lo scopo prefisso, sia per quanto riguarda i tempi, sia per le reali possibilità di successo. Prova ne sia il fatto che solo oggi la Guardia Costiera Italiana ha compiuto un'attenta relazione della vicenda, avendo solo di recente avuto i dati necessari per farlo.
Sull'affare Concordia continua ad aleggiare un diffuso senso di omertà, che fin dai primi giorni ha circondato di mistero l'intera operazione, a cominciare dal più che discutibile sistema di aggiudicazione dei lavori ad un fantomatico consorzio Titan-Micoperi.
Ancora oggi, nessuno sa quali e quante siano le difficoltà ancora da affrontare, e se al termine dei lavori si potrà effettivamente rimuovere il relitto, o quali siano i tempi certi che porteranno alla conclusione definitiva delle operazioni.
Insomma, si sta assistendo ad un balletto di eventi e responsabilità, legati non già all'incertezza progettuale, quanto all'incertezza meteorologica e ai dubbi esecutivi, su ciò che effettivamente l'ambiente operativo possa permettere.
Inoltre è di questo giorni la notizia che da per sicuri degli sversamenti di materiali non meglio identificati, provenienti dall'interno dello scafo. Molto probabilmente questo è dovuto al cedimento di alcuni contenitori al cui interno sono ancora conservate sostanze non proprio salutari per l'ambiente circostante. A da qui al 2014 chissà quali altre strutture cederanno, sia per la troppo lunga permanenza in mare che per gli agenti ed elementi atmosferici.
Insomma, abbiamo tutta una serie di variabili che hanno e avranno peso nel determinare, a dispetto delle migliori e ottimistiche previsioni fin qui rese note, l'enorme ritardo acculumato e quello che certamente si accumulerà in futuro. E' da considerare anche il fatto che più si va avanti con la vicenda, maggiori sarranno le spese che i cittadini dovranno sostenere…

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