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Costa Concordia o “Concordia Connection”? – Parte 3a

Parte 3a
 – Per dipanare ogni dubbio su ciò che di poco chiaro vi è intorno alla vicenda Costa Concordia sarebbe utile sapere se i Ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture siano a conoscenza di quanto riportato nei precedenti articoli, relativamente all'esistenza di un “corposo dossier” e di rapporti circostanziati di altri tecnici altamente qualificati, con osservazioni scientificamente supportate che evidenziano le criticità del progetto di rimozione del relitto della Costa Concordia. E sarebbe altrettanto utile sapere quali misure intendano porre in essere per verificare in modo esaustivo le criticità rilevate, tenuto conto che tale verifica si rende altresì necessaria, anche alla luce delle dichiarazioni che rese dall'a.d. di Costa Crociere, se non si ritenga quantomeno inopportuno che, di fronte ad una tale emergenza ambientale quale è quella che si è verificata a ridosso della costa gigliese, la Pubblica Amministrazione non abbia attentamente vigilato sulla necessaria trasparenza delle procedure, lasciando la quasi totale libertà all'armatore che, pur avendo dimostrato la massima disponibilità nei primi interventi di messa in sicurezza, opera sempre come soggetto privato non scevro da possibili interessi e ragioni che possono differire dagli interessi nazionali, in primis quello della tutela ambientale.
Sarebbe poi utile conoscere se, quanto precedentemente riferito in merito al mancato coinvolgimento del comitato scientifico che, come previsto nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio n.3998, dovrebbe supportare l'attività del commissario delegato, corrisponda al vero.
Sarebbe altresì necessario sapere perché non si ritenga quantomeno doveroso fornire gli elementi necessari a dimostrare l'effettiva adeguatezza della scelta operata dalla Costa Crociere in favore del progetto della Titan-Micoperi, anche alla luce del fatto che la società Nuova Micoperi non era stata invitata alla gara e non si occupa di operazioni di “Salvage”.
I dubbi sono molti altri: se il Governo abbia valutato attentamente le dichiarazioni di Costa Crociere sulle possibili varianti in corso d’opera, con allungamento dei tempi di esecuzione, che potrebbero stravolgere il progetto di massima presentato da Titan Salvage, vanificando il confronto oggettivo avuto durante la gara con gli altri partecipanti. Con questo si intende che se Titan Salvage modifica il proprio progetto eseguendo una variante simile a quella di un altro Partecipante è vanificato il confronto tecnico-operativo-ambientale che avrebbe dovuto svolgere il Comitato Tecnico del Dipartimento di Protezione Civile.
Servirebbe sapere se il Governo non avrebbe dovuto delegare a Tecnici con una profonda conoscenza operativa delle attività di Salvage e recupero (molto complesse), la verifica del progetto definitivo-esecutivo e non ad un solo tecnico (un ammiraglio della Marina Militare). E sia mai possibile che il London Offshore Consultant, fra le Società più quotate al mondo per i disastri navali insieme al consulente Tecnico del Prefetto Gabrielli (lo stesso ammiraglio della Marina Militare…) possa avere giudicato migliore, rispetto ad altri un progetto che è stato letteralmente demolito dalla Commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente durante la Conferenza Servizi Decisoria del 15 maggio 2012.
Indiscrezioni fanno trapelare alcne la voce secondo la quale alcuni componenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici avrebbero fatto appunti ed obiezioni senza, però, venire interpellati, nonché sulfatto che sia possibile approvare un progetto che tuttora non esiste, perché impossibile da realizzare, e che fin dall’inizio ha presentato vistosissime lacune.
Varrebbe la pena sapere se sia possibile che Titan-Salvage ha letteralmente demandato tutte le operazioni previste alla Nuova Micoperi, società perfettamente sconosciuta nell’ambito del Salvage. E se lo ha fatto, perché? E se sia possibile che ad oggi il progetto Titan-Nuova Micoperi non sia ancora pubblicamente disponibile presso le autorità preposte nonostante si proclami urgenza. L’istruttoria è rimandata solo alle refluenze ambientali e, per tale piano, sembra che la fattibilità della rimozione sia stata verificata solo da Carnival/LOC e poi passata all'ammiraglio della MArina Militare.
Nessuno altro rappresentante dello Stato Italiano ha controllato i conti e verificato se questi abbiano senso. Lo Stato Italiano controlla gli effetti ambientali dell’operazione, ma non gli effetti che l'operazione stessa, se mal condotta come è dato di capire dagli elaborati progettuali e dalle risultanze dei rapporti periodici emessi dalla stessa Costa, porterebbe qualora gli esiti fossero “exitus” per difetto di progettazione ?
Varrebbe la pena sapere se il Comitato Tecnico Scientifico e le Direzioni Generali del MATTM hanno ritenuto insoddisfacenti le risposte fornite dal Consorzio, e per quale motivo si è comunque proceduto sia ad affidare che a dar corso ai lavori palesemente inadatti ed enormemente complessi?
Non esistevano forse più che palesi e chiari gli estremi per rispedire il tutto al mittente con la dicitura “non adatto alla realizzazione”?
Se, come si afferma e si sostiene da più parti, con mare forza 3-4 si ha il rischio di scivolamento del relitto, come si può affermare che la ritenuta prevista (18.000 tonnellate) sia stata ridotta a sole 4.000 tonnellate? Forse per accelerare i tempi e tenere buona l'opinione pubblica? Chi dice che sia sufficiente a far fronte ad una mareggiata forza 3/4 tutto sommato poco impegnativa?
E’ da escludere che dal 13 gennaio 2012 non si siano mai verificate tali condizioni, quindi non c'è verifica alcuna su quanto affermato e su quanto realizzato. Tra l’altro, queste condizioni dove vengono misurate? Mare forza 3-4 in prossimità del relitto? Nel Tirreno?
Come è possibile che in fase di progettazione non si possa determinare il pescaggio finale con precisione assoluta in riferimento alle tecniche di recupero che si intendono adottare ma sugli elaborati si riporta un laconico “tra 12 e 18m”?
C'è quanto basta da far tremare il più smaliziato dei progettisti. Se è stato introdotto a calcolo un margine di questo genere, vuol dire che esistono tali e tanti elementi di indeterminazione nei pesi di decine di migliaia di tonnellate, indeterminazioni sulle realtà geometriche dei punti notevoli del relitto.
A fronte di tali incertezze di calcolo, come è possibile giungere alla ragionevolmente esatta configurazione e verifica degli strand-jacks, degli attacchi dei cassoni, cassoni stessi e l’intera operazione di rotazione?
E a fronte di queste indeterminazioni, ammesso e non concesso che la nave venga semplicemente ruotata e messa in asse ancorché, per definizione della Architettura Navale, “affondata” quali sono o meglio saranno i parametri per stabilire dove portare la nave per le successive lavorazioni?
Quando sarà già in galleggiamento, quindi dovrà partire, qual' é il porto indicato per accogliere il relitto a fronte di una larghezza di convoglio spropositata ,con un pescaggio inverosimile e con una stabilità alla navigazione inesistente per tale pescaggio? In tali condizione, ripetiamo ammesso e non concesso che venga solo ruotata, il rischio di affondamento è pressoché garantito alla prima mossa.
Negli elaborati progettuali è del tutto assente la trattazione su come si intenda procedere per installare tutte le attrezzature offshore (pali/piattaforme). Inoltre esistono reali impedimenti che oggettivamente mal depongono a favore della tecnica di recupero nel suo complesso. Le fasi riportate in progetto cui tutti si devono attenere per il corretto svolgimento dei lavori, sono state ampiamente disattese ed imputate non già ad errori di valutazione prima, e di stesura poi ma ad evenienze e sopravvenienze imputate alle avverse condizioni meteo, alla scarsità di informazioni sull'effettivo stato del relitto, alla avversità delle rocce granitiche e ad altri fenomeni che avrebbero dovuto al contrario essere ben noti ai progettisti, ai membri del LOC, a Carnival, alla DPC, all'Ammiragòlio delòla Marina Militare, unico sostenitore e tecnico approvativo del progetto. Alla luce di queste evidenze, trattandosi di una questione nazionale per quale motivo gli elaborati tutti ed in particolare quello dell'aggiudicante consorzio fantasma Tital-Nuova Micoperi non è stato e non viene trasferito al Consiglio Superiore dei lavori Pubblici per una corretta valutazione?
SEGUE…

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