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In Italia c’è un mestiere che…

Come molti sono d’istinto portati a pensare, il “mestiere più vecchio del mondo” non è quello riservato alle signorine che offrono prestazioni sessuali a pagamento, bensì la carriera politica, almeno in senso di rendita e guadagni che, stando a quanto detto da un noto Consigliere Regionale della Lombardia, non richiederebbe neanche particolari doti di preparazione e competenza. E se ne avrebbe la dimostrazione con gli scandali Lusi, Fiorito, Lega Nord, per citare solo quelli venuti alla luce…
L’Italia, stando ai dati ufficiali riportati anche nel Blog “Panta Rei” di Giuseppe Serra, è il Paese europeo dove vi è il maggiore divario fra retribuzione dei parlamentari e stipendio medio dei cittadini. In particolare, è assodato che un “onorevole” guadagna quasi sette volte la cifra mensile percepita da chi dovrebbe rappresentare, cioè di un elettore. In sostanza, un parlamentare guadagna in un mese quanto un comune mortale guadagna in un anno. Con tali dati alla mano, riesce difficile non definire quella dei politici una vera e propria “casta di eletti” non solo in senso stretto.
Va detto, a scopo di chiarimento, che mentre gli italiani sono sottoposti alla “Spending Review” dettata dalla crisi che attanaglia il nostro Paese, la media delle indennità dei membri delle Camere dell’Unione Europea è di circa 54mila euro all’anno, il che corrisponde a circa 4.500 euro al mese.
Un parlamentare italiano invece si mette in tasca, in media, oltre 125mila euro all’anno, cifra che mensilmente corrisponde a più di 10mila euro. Più del doppio della media europea. Nel particolare, se al Senato un parlamentare arriva a percepire oltre 17mila euro al mese, alla Camera può arrivare ad “arrotondare” lo stipendio fino a 19mila e rotti euro al mese. Senza contare i benefici, i vitalizi, le facilitazioni, gli sgravi, e tutto il resto.
Ogni cittadino italiano, per mantenere la classe politica spende oltre 27 euro. Perché in Francia invece il mantenimento dei parlamentari costa ad ogni cittadino 8,15 euro? Perché in Spagna costa 2,15 euro? E perché in Gran Bretagna costa 4,20 euro? Perché in Italia è necessario assumere un consulente con stipendio a molteplici zeri anche quando vi è un esecutivo tecnico? E come possono, gli stessi politici, rispondere ai cittadini che si lamentano di tutto questo, che sono già stati applicati tagli sensibilissimi ai costi della politica? Tutto questo non ha forse il sapore di una spregiudicata presa in giro?

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