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Staminali – Un giudice di Venezia stabilisce diritto alle cure di una bambina

Venezia – Un giudice veneto torna a far sperare migliaia di malati affetti da patologie curabili con le cellule staminali. Il giudice ha infatti emesso una sentenza che “obbliga” a proseguire una cura a base di cellule staminali per la piccola Celeste Carrer, due anni, affetta da atrofia muscolare spinale.
La piccola, secondo il giudice Margherita Bortolaso, ha diritto a proseguire le cure perchè “in quotidiano pericolo di vita”.
A dar vita alla battaglia legale per la piccola sono stati i genitori che avevano iniziato una cura sperimentale a base di cellule staminali adulte donate dalla madre.
Un controllo dei Nas nel laboratorio che le forniva ha avviato un'inchiesta che si era conclusa con il blocco della cura poichè, secondo l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), il laboratorio era “assolutamente inadeguato”, carente sotto il profilo igienico, senza protocolli di lavorazione, senza accertamenti di alcun tipo sul materiale biologico prodotto ma, soprattutto, senza sperimentazione clinica ufficiale autorizzata.
Ad aggravare le cose un'inchiesta della Procura di Torino sull'associazione e sui laboratori che, in Italia, proseguono la sperimentazione in una sorta di “limbo” tra i divieti della Legge e le speranze dei malati.
Cure che, secondo le accuse, costano dai 20 ai 50 mila euro e che non sono “chiare”.
Il tribunale di Venezia, però, non entra nel merito e stabilisce solo che Celeste deve proseguire la cura con le cellule staminali sino a quando non sarà accertata la verità.
Si tutela il diritto alla Salute che tante polemiche ha scatenato quando una legge ha stabilito che, in Italia, cure mediche che altrove sono consentite e aiutano molti malati, non possono essere prescritte perchè “moralmente inaccettabili”.
Il giudice di Venezia non discute la Legge ma ha deciso di tutelare ciò che la Legge non può limitare, ovvero il diritto alle cure salvavita.

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