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Cane lasciato morire nel catrame a Reggio Calabria

Reggio Calabria – Un cane randagio è rimasto imprigionato in un fusto di catrame ed è morto perché nessuno è intervenuto in suo soccorso. La storia arriva da Reggio Calabria, frazione Sambatello, dove l'animale, che probabilmente stava saltando da un muretto, è finito in un barile di catrame rimanendo imprigionato nella melma nera.
Il cane – taglia media – ha cominciato ad abbaiare e guaire attirando così l'attenzione di diversi cittadini che hanno chiamato l'Asl e le forze dell'ordine, che però non hanno risposto all'allarme. Dopo diverse ore sul posto è intervenuto un veterinario dell'Asp: nel valutare la situazione il medico si è accorto che il cane era sprovvisto di microchip, quindi randagio, e ha scelto di lasciarlo lì a soffrire.

Ovviamente non si sono fatte attendere le reazioni della Federazione Italiana Associazione Diritti Animali e Ambiente, cui aderiscono tra le altre Enpa, Lav, Lega del cane. Le associazioni chiedono come mai nessuna autorità sia intervenuta e aggiungono: “Fatti simili non sono accettabili e denotano la totale mancanza di civiltà e di sensibilità”.
In rappresentanza della Federazione, l'onorevole Michela Vittoria Brambilla ha chiesto l’intervento della magistratura per individuare i responsabili.

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