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Giudice Imposimato: “Probabilmente in Turchia, forse in Lichtenstein”

Con l'apertura della tomba di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana, nella cattedrale di Sant'Apollinare a Roma, si riapre il caso, per altro mai chiuso, sul destino della giovane rapita nel giugno 1983 all'età di 16 anni e mai più ritrovata.
In questi anni si sono susseguite le più disparate teorie sia sugli esecutori che sui mandanti del sequestro, sia soprattuto sulle sue motivazioni e sul destino della ragazza, cittadina vaticana.
Il caso, si diceva, è ancora aperto, anche per le rivelazioni in proposito fatte da Antonio Mancini, componente della banda della Magliana, il giorno seguente all'apertura della tomba, durante un intervento alla trasmissione “Chi l'ha vosto?”. E' stato proprio Mancini a rivelare che De Pedis conduceva l’auto su cui fu fatta salire Emanuela Orlandi dopo il rapimento.
Attualmente le voci sul destino della ragazza parlano di un trasferimento addirittura in Turchia, a parte le deliranti voci su un mascheramento come compagna del fratello Pietro.
All'ipotesi del trasferimento in Medio Oriente, Turchia o probabilmente Iraq, aderisce anche il giudice Ferdinando Imposimato: “Credo che Emanuela Orlandi sia viva, e che sia stata portata in Turchia o in qualche altro PAese del Medio Oriente“.
In precedenza, circa dieci anni fa, lo stesso Imposimato aveva annunciato di avere le prove che la giovane sequestrata fosse stata portata a Parigi. Lo aveva dichiarato in una trasmissione radiofonica, ripresa poi sulle pagine del “Corriere della Sera” ed anche in numerose trasmissioni televisive e in diversi libri scritti sull'argomento. Ora sostiene che si potrebbe trovare in Turchia.
L'ex magistrato aveva supposto, assurdamente, che Emanuela si fosse invaghita di uno dei rapitori (la nota sindrome di Stoccolma) e per questo avesse deciso di seguirne gli spostamenti. Da qui le ipotesi su Emanuela Orlandi in Francia, poi in Germania e quindi in Oriente e successivamente in Turchia. Anzi, secondo imposimato, “sicuramente in Turchia”.
La vicenda risale al fatto che Emanuela Orlandi sarebbe stata rapita dal movimento estremista politico turco dei “Lupi Grigi” per essere poi scambiata con l'attentatore che nell'81 aveva sparato a Giovanni Paolo II, cioè Ali Agca, condannato all'ergastolo. Nel 2000 il presidente Carlo Azeglio Ciampi aveva concesso la grazia ad Agca, il quale si affretta a fare ritorno in Turchia. Immediatamente dopo, il giudice Imposimato aveva fatto la rivelazione in merito alla Turchia sul “Corriere della Sera”: “Emanuela è viva. Più di una volta, l’ultima nel 1997, ne ho avuto conferma da fonti attendibili e da dichiarazioni raccolte da esponenti dei Lupi Grigi. Ora che Alì Agca è tornato in Turchia, è stato raggiunto lo scopo che i rapitori si prefiggevano e dunque potrebbe essere finalmente liberata anche la ragazza”.
Di contro, il magistrato Adele Rando, giudice istruttore del caso Orlandi, aveva ribattuto che tale affermazione era priva di fondamento, specialmente riguardo al movente politico e terroristico del sequestro. In sostanza, il magistrato inquirente escludeva ogni collegamento con l'ipotesi dei “Lupi Grigi”.
Altra ipotesi, la pista Iraq, che salta fuori sempre da una rivelazione di Imposimato, il quale avrebbe incontrato la principessa Luciana Pignatelli, allora fidanzata del capo del SISDE, Vincenzo Parisi, e che avrebbb parlato di un memoriale su una probabile presenza di Emanuela Orlandi nei pressi di Mosul, nel quale sarebbe stata contenuta una dichiarazione della stessa Emanuela, la quale “non ne voleva sapere di tornare a vivere in quella specie di infermo che era il Vaticano“. E di questo passo, Emanuela Orlandi sarebbe stata segalata anche a Soci, località sul Mar Nero.
L'ultima ipotesi, uscita alle cronache lo scorso 20 aprile, ancora dal giudice Imposimato in una trasmissione andata in onda sulla rete locale “Tele Roma Uno”, riguarda la presenza di Emanuela Orlandi in Lichtenstein, e la responsabilità, in questo caso, sarebbe del principe Hans Adam von Lichtenstein, il quale sarebbe stato in Vaticano qualche settimana prima del sequestro, per incontrare alcuni alti prelati, fra cui l'allora Segretario di Stato, cardinale Agostino Casaroli, con il quale avrebbe negoziato il trasferimento della giovane rapita nella sua residenza.
Quale sia la credibilità di queste ipotesi è tutto da verificare. Di fatto, il giudice Imposimato si è sempre occupato di casi decisamente importanti, fra i quali uno dei più clamorosi fu il sequestro di Aldo Moro. Il fratello, Franco, venne ucciso dalla camorra nel 1983, ed è il fatto che convinse il magistrato alle dimissioni. Sorprende però che dopo tanti anni, Ferdinando Imposimato continui ad essere presentato come il giudice che si occupò delle indagini sul caso Orlandi, quando in effeti non fu mai assegnato ufficialmente a queste indagini. Si occupò indirettamente del caso per il fatto che fu legale di Ali Agca nel periodo in cui quest'ultimo fu incarcerato ad Ancona, e in seguito, nel 2002, fu legale di Maria Pezzano, madre di quella Emanuela Orlandi che, secondolo stesso Imposimato, sarebbe stata sequestrata per far liberare il suo ex cliente Agca. Insomma, un piccolo conflitto di interessi.

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