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Riserve auree, buoni del Tesoro e debito pubblico: dove sta l'inghippo?

Secondo una valutazione di mercato, basata sull'andamento dei mercati aurei e valutari, le riserve auree italiane sarebbero diminuite, alla data del 31 marzo 2012, da un valore di 5.669 miliardi a 98,123 miliardi. Quale sarebbe il motivo di un così repentino calo di valore? Le ipotesi sono molte, alcune forse eccessivamente fantasiose. C'è perfino chi afferma che l'Italia venderebbe le proprie riserve alla Cina o alla Russia, altri affermano che l'oro italiano sarebbe finito nei forzieri della Banca Centrale Europea su insistenza della Bundesbank, sempre più preoccupata per le perdite del programma economico denominato “Target-2”. Affermazioni forse eccessive, eppure lo stesso presidente della Commissione Parlamentare tedesca per la UE, Gunther Krichbaum, in un'intervista al “Rheinischen Post” aveva affermato che per ridurre il debito pubblico, “l'Italia dovrebbe escogitare un sistema per mettere in vendita parte delle proprie riserve auree“. Krichbaum aveva fatto tale dichiarazione dopo che il Parlamento tedesco aveva manifestato un netto rifiuto sull'utilizzo di riserve auree della Bundesbank a garanzia del Fondo Salva-Stati (ESFS) in caso la situazione finanziaria andasse verso un peggioramento non calcolato oppure superiore alle previsioni più pessimistiche. Ulteriori dubbi vengono poi espressi circa la affermazione di Michael Fuchs, vice-capogruppo della CDU, il partito di Angela Merkel, che al Prlamento tedesco dichiara: “L'Italia deve mettere a posto i propri conti pubblici, e lo deve fare o portando a termine il programma sulle privatizzazioni, oppure vendendo parte delle riserve auree“.
Ma quali e quante sono queste riserve? Secondo una stima che può essere solo approssimativa, l'Italia ha quasi 2.500 tonnellate di oro, quarta riserva al mondo dopo Stati Uniti, Germania e Fondo Monetario Internazionale. In valuta, più o meno 102 miliardi di euro. E secondo gli analisti, i conti pubblici italiani sarebbero a posto con la vendita del 20% di questo ammontare.
C'è però un piccolo particolare: questo tesoro non appartiene al governo italiano, ma al popolo italiano, e la conferma è stata il blocco, da parte dell'ex governatore della BCE, Jean Claude Trichet, all'iniziativa dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il quale nel 2009 aveva in mente di tassare le plusvalenze derivate dalle riserve della Banca d'Italia. Trichet infatti, davanti all'assemblea del Parlamento Europeo, dichiarò: “Verifichiamo anzitutto se l'oro della Banca d'Italia appartenga alla banca stessa o ai cittadini italiani“. Mario Draghi, attuale governatore della BCE, a sua volta ha affermato: “Le riserve auree appartengono ai cittadini italiani, non a Via Nazionale“.
Ci sono comunque dei precedenti di operazioni di questo tipo. Nel 1976, quando il ministro del Tesoro era Emilio Colombo e presidente del Consiglio Aldo Moro, il Paese era colpito da una pesante crisi monetaria. L'Italia chiese aiuto al governo tedesco, presieduto allora da Helmuth Schmidt, il quale concesse un prestito di 2 miliardi di dollari, ma chiese a garanzia 540 tonnellate di oro delle riserve auree italiane, che furono trasferite (a livello contabile, non certo materialmente) dalla Banca d'Italia all'Ufficio Cambi dello Stato. In seguito, nel 1997, la situazione incontrò un'inversione di tendenza e la Banca d'Italia si trovò a pagare 3.400 miliardi di vecchie lire in imposte. Successivamente, il governo di Romano Prodi, approfittò dell'occasione dal momento che era impegnato per portare il debito pubblico al di sotto del 3% del Pil per poter entrare nell'euro, poiché le entrate prevista contribuirono ad abbassare dello 0,18% lo stesso rapporto Pil-debito pubblico.
La situazione odierna appare quanto mai fumosa a riguardo, tanto che lo scorso 19 gennaio i parlamentari Marco Marsilio e Fabio Rampelli hanno inoltrato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Economia (che è lo stesso Mario Monti ad interim), con preghiera di risposta scritta perché fosse reso chiaro che cosa sta succedendo, ma ad oggi non risulta alcuna risposta.
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